CASTELVOLTURNO (Antonello Auletta e Giuseppe Tallino) – Dall’Olanda passando per la Svizzera fino ad arrivare sul Litorale: è il percorso che tra il 2015 e il 2019 avrebbero percorso chili e chili di droga. I carabinieri della stazione di Grazzanise, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, sono riusciti a tracciare la presunta organizzazione criminale che avrebbe permesso alla cocaina, stoccata ad Amsterdam di arrivare in Italia ed essere venduta al dettaglio a Castelvolturno. A far parte dell’ipotizzato gruppo criminale Anyanaisi Ubani Goodluck, 37enne nigeriano, ma residente a Napoli, Rosaria Di Giacomo, 54enne, Pio Di Giacomo, 19enne, Massimo Laudato, 41enne, tutti di Castelvolturno, Ida Campopiano, 40enne di Pietravairano, Antonino Bruno, 39enne di Mondragone, e Mauro Bruno, 39enne di Napoli. L’indagine ha tirato in ballo anche Pasquale Esposito, 32enne di Capri, Erminio Di Meo, 23enne di Sant’Antimo, Rosario Solipano, 50enne di Napoli e Anna Di Giacomo, 62enne: rispondono di singole cessioni di droga e non avrebbero fatto parte della gang.
La presunta associazione a delinquere comprava lo stupefacente ad Amsterdam e attraverso i viaggi dei ‘corrieri’ in auto o in aereo riuscivano a portare ingenti quantitativi di cocaina sul Litorale facendo, però, una tappa intermedia: in alcune circostanze era rappresentata dalla Svizzera (St. gallen, Zurigo o Basile), in altre dalla Germania (Monaco di Baviera).
L’indagine dei militari dell’Arma di Grazzanise ha documentata anche due percorsi alternativi a quello olandese utilizzati dai narcos per importare lo stupefacente in Italia. Uno aveva il suo start in Kenya, si fermava in Romania e da qui ripartiva per Castelvolturno, l’altro, invece, prevedeva l’acquisto della droga in Guyana.
Lo stupefacente che approdava sul Litorale in seconda fase, hanno ricostruito i carabinieri, veniva venduto coinvolgendo pusher nigeriani.
La Procura distrettuale antimafia di Napoli nei giorni scorsi ha notificato agli undici coinvolti nell’inchiesta l’avviso della conclusione delle indagini preliminari. L’attività investigativa è terminata e adesso il pubblico ministero titolare del fascicolo valuterà se avanzare o meno la richiesta di rinvio a giudizio.
Le undici persone coinvolte nell’operazione della Dda sono da ritenere innocenti fino ad un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.
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