NAPOLI – Rapina aggravata, sequestro di persona ed estorsione. Sono queste a vario titolo le accuse rivolte a due carabinieri e a un titolare di un’attività commerciale di Casoria. Tutti e tre destinatari di misura cautelare in carcere. Ai due militari dell’arma contestati i reati di rapina aggravata e sequestro di persona. Il presunto complice, invece, accusato anche di estorsione ai danni di due persone anziane.
Nell’inchiesta ci sono anche altri due indagati. Sono gravi le accuse rivolte ai due carabinieri, Antonio Vigorito di Casoria e Andrea Tiglio di Santa Maria Capua Vetere. I due prestavano servizio alla caserma di Casoria. I fatti a loro contestati risalgono al gennaio del 2019, quando, secondo le accuse avrebbero progettato insieme ad Alfonso Liquore, originario di Casoria, il presunto complice arrestato, un colpo alle poste da 15mila euro. I particolari emersi dall’inchiesta, nel caso venissero confermati in sede dibattimentale, sono inquietanti. Pare che i due carabinieri, abbiano conosciuto Liquore in caserma, perché l’imprenditore all’epoca dei fatti ristretto a regime di sorveglianza speciale. Liquore si recava in caserma per apporre le firme sul registro.
Da quanto è emerso dalle indagini, sembrerebbe a causa di ristrettezze economiche, i due carabinieri abbiano escogitato il piano criminale insieme a Liquore, ritenuto il regista dell’operazione. Per gli inquirenti il 21 gennaio 2019 i tre avrebbero rapinato quattro persone appena uscite dall’Ufficio Postale di corso Meridionale a Napoli. In particolare, due uomini in abiti civili, ma muniti di una palina e una cartellina identiche a quelle in uso alle forze dell’ordine, dopo essersi qualificati come carabinieri, hanno fermato e controllato i quattro che avevano appena effettuato alcune operazioni postali appropriandosi del contante, di titoli e dei telefoni delle vittime, per un ammontare di circa 15mila euro.
Tra gli indagati, anche due delle vittime della rapina che lavorano per una ditta di pulizie, assieme ad altri due non indagati, e parenti di Liquore, che secondo la Procura avrebbero avuto un ruolo attivo nel colpo oltre a fornire informazioni sensibili. Dall’analisi delle telecamere è emerso che i carabinieri hanno costretto uno dei componenti della banda, diventato così una delle vittime del gruppo, a salire a bordo della loro auto con uno zaino pieno dei soldi del colpo, circa 15 mila euro, e centinaia di assegni. Lo hanno sequestrato e rilasciato al Centro Direzionale senza zaino, seguiti dagli altri componenti della banda, ignari della strategia dei due militari che avevano usato i dipendenti delle pulizia per il loro piano segreto.
Dalle indagini emerge anche un sistema di estorsioni ai danni di due anziani, che è stata perpetrata da Liquore che aveva una attività commerciale a Casoria. Due anziani costretti a versare tramite intimidazioni Quasi tremila euro in meno di un anno. Poi nel 2021 una rata della pensione e un telefono cellulare.