Duplice delitto di camorra, condannato il boss Martinelli

Per i giudici ha partecipato all’assassinio di Domenico Apuzzo e Salvatore Natale

Enrico Martinelli

SAN CIPRIANO D’AVERSA – Ergastolo per il boss Enrico Martinelli: la Corte d’appello di Napoli ha confermato la sentenza di primo grado che aveva ritenuto responsabile l’uomo del clan dei Casalesi della morte di Domenico Apuzzo e Salvatore Natale.
Il 10 dicembre 2003, l’Opel Corsa con a bordo Apuzzo e Natale stava percorrendo via Sant’Andrea, a Brezza (frazione di Grazzanise), quando incrociò il commando del clan. I killer fecero fuoco con un fucile calibro 12, caricato a pallettoni, e con un kalashnikov calibro 7,62. Apuzzo e Natale, grazzanisani, morirono sotto la pioggia di proiettili. La loro vettura continuò a camminare per alcuni metri, fino cadere nel canale che costeggia la strada. Apuzzo venne colpito da 9 colpi d’arma da fuoco, Natale da 5.
Se la mafia locale decretò la morte dei due, hanno ricostruito gli inquirenti della Procura di Napoli, è perché erano stati ritenuti responsabili di alcuni incendi di natura dolosa divampati all’interno di fienili di aziende bufaline della zona. Azioni che senza l’autorizzazione del clan andavano punite. Tra le aziende vittime delle presunte scorribande delle vittime anche quella di Martinelli.
L’indagine che ha trascinato Martinelli a processo ha preso il via quattro anni fa: a condurla i carabinieri della stazione di Grazzanise, diretti dal comandante Luigi De Santis. Fondamentali per puntellare la tesi degli investigatori sono state le dichiarazioni rese dal pentito Francesco Zagaria, alias Ciccio ‘e Brezza, nel 2019: “Furono uccisi perché avevano incendiato un capannone di proprietà di Enrico Martinelli a Sant’Andrea del Pizzone. Questo omicidio – ha raccontato il collaboratore di giustizia – venne realizzato da Martinelli come esecutore materiale. La mia fonte di conoscenza – disse il collaboratore di giustizia – è Francesco Salzano (di S. Maria la Fossa e amico di Nicola Schiavone, ndr)”.
L’attività investigativa sul duplice delitto ha determinato la condanna anche per altri quattro esponenti del clan dei Casalesi: si tratta di Francesco Schiavone Cicciriello, 69enne, Vincenzo Schiavone ‘o petillo, entrambi di Casale, e Pasquale Spierto, 54enne di S. Cipriano d’Aversa. Ad assisterli gli avvocati Domenico Della Gatta, Emilio Martino e Pasquale Diana

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