NAPOLI – Si presenta ai carabinieri, quando i rilievi sono in corso in via Eugenio Montale. Svolta a pochi minuti dal duplice omicidio di Carlo Esposito e Antimo Imperatore? I magistrati ci vanno con i piedi di piombo. L’uomo sostiene di voler fornire dettagli importanti e racconta la dinamica dell’agguato al rione Fiat. Fa capire di essere affidabile. Almeno ci prova. E lo accompagnano in Procura. Qui viene ascoltato di nuovo. Scattano le indagini del Nucleo Investigativo e della compagnia di Poggioreale, a caccia di riscontri alle dichiarazioni.
Gli accertamenti sono coordinati dal sostituto procuratore Urbano Mozzillo e sono coperti dal massimo riserbo. Anche perché la persona potrebbe avviare un percorso di collaborazione con la giustizia e serve garantire l’incolumità dei familiari: in questi casi vengono trasferiti in località protette.
Al momento tutte le ipotesi sono aperte: potrebbe scattare un provvedimento della Procura già in queste ore. Intanto tremano le gambe ai killer e ai mandanti, perché se un componente del commando si costituisce, per le forze dell’ordine la strada diventa in discesa. E potrebbero avere le ore contate.
In queste ore i militari dell’Arma attendono direttive dalla procura della Repubblica e intanto cercano informazioni per cristallizzare la vicenda il più in fretta possibile. Ma perché costituirsi dopo un duplice omicidio? E’ la domanda che si pongono gli inquirenti: le condanne in questi casi sono pesanti, si rischia di trascorrere il resto della vita in carcere. C’è solo una causa scatenante – riflette un investigatore esperto – la paura di essere a sua volta uccisi. Perché? Per paura di ritorsioni del gruppo rivale? O perché si è sbagliato qualcosa nell’esecuzione? Gli scenari sono molteplici. Tutti validi.
Se le dichiarazioni dovessero essere confermate, a breve potrebbe arrivare la svolta nelle indagini.
Per l’intera giornata di ieri i militari dell’Arma hanno ascoltato persone, anche in via confidenziale. E passato al setaccio le palazzine al rione Fiat. Le luci sono rimaste accese fino a tardi in via Eugenio Montale. Gli inquirenti temono una estate di sangue, dopo l’escalation negli ultimi giorni. E provano ad adottare le contromisure. Una corsa contro il tempo. Lo insegnano le recenti scarcerazioni. Le forze dell’ordine e la Procura sanno di dover fare in fretta, prima che la situazione sfugga di mano. E’ un rischio concreto qui a Ponticelli. Dove da settimane gruppi di centauri armati pattugliano i rioni popolari.
Le scarcerazioni eccellenti hanno riacceso le polveri nei rioni
Le scarcerazioni eccellenti hanno riacceso le polveri nel quartiere Ponticelli. Ne sono quasi certi gli investigatori. Qualcosa è cambiato negli ultimi giorni. Una scintilla. Forse più di una. Ma andiamo con ordine.
Fino a un mese fa i De Micco-De Martino XX hanno dettato ‘legge’ nelle palazzine, con la strategia della tensione. Poi tutto cambia rapidamente con l’arresto di Marco De Micco, detto Bodo. Un duro colpo. Per gli inquirenti è il punto di non ritorno. Ancora più tardi una serie di scarcerazioni manda in fibrillazione le forze dell’ordine.
Christian Marfella (nella foto a destra) lascia il carcere. Figlio di Giuseppe Marfella e Teresa De Luca Bossa. Torna a casa nel quartiere Ponticelli. Ai domiciliari con il braccialetto elettronico fino a settembre. Ha tatuato sul collo il nome del fratello: Tonino ’o sic. Non solo. La settimana scorsa è tornato libero per fine pena Francesco De Martino, ritenuto dagli inquirenti un ras degli XX. Insomma il clima è diventato rovente in poche ore. E per la Procura non ci sono dubbi: c’è un tentativo dei De Luca Bossa-Minichini di riprendere il quartiere, dopo l’arresto del capoclan rivale Marco De Micco. In pratica ad ogni assalto segue una rapida rappresaglia uguale e contraria. Insomma una vera e propria escalation.
Una dura offensiva contro i colonnelli dei ‘Bodo’. Raid armati per dire ‘siamo tornati’. Al Lotto 0 (roccaforte dei De Luca Bossa-Minichini) sono stati intercettati centauri con pistole e mitra.
Polizia e carabinieri hanno elevato al massimo il livello di allerta: temono una ritorsione già nelle prossime ore. E’ più di un sospetto.