ROMA – La decisione sembra presa: da dicembre il via allo spegnimento degli altiforni. Non appaiono più spiragli per raddrizzare una situazione senza via di uscita. I 20mila operai a breve resteranno senza lavoro. Il governo ci ha messo il suo con l’eliminazione dello scudo penale precedentemente inserito dall’esecutivo giallo-verde. Ora il dato sembra tratto e non c’è più tempo per tornare indietro.
La diatriba
Lo scudo penale è il pomo della discordia tra il Governo e la società indiana ArcelorMittal. Quello scudo che gli stessi indiani avevano chiesto di inerire nel precedente contratto di affitto. Ora che è stato tolto, gli avvocati di parte si appigliano al mancato rispetto di quanto in precedenza sottoscritto.
Intanto il Governo sostiene che “ArcelorMittal non ha il diritto di spegnere gli Altiforni” e minaccia risarcimenti miliardari. A far trapelare la notizia direttamemte i sindacati, tramite Rocco Palombella: “ArcelorMittal – riferiscono – non può fermare gli impianti perché sono di proprietà dello Stato”, in quanto farebbero ancora riferimento all’Amministrazione straordinaria cioè ai creditori dell’ex Ilva.
La convocazione
Il Ministero dello Sviluppo Economico convoca i sindacati (ex 47) e la società quale ultima chance. Ma ArcelorMittal, di contro, comunica le date decise per lo spegnimento degli altiforni: il 13 dicembre si spegnerà l’Afo2, a fine dicembre l’Afo 4 e il 15 gennaio l’Afo 1, il più grande altoforno d’Europa.
Mise
L’azienda indiana è tecnicamente tenuta a partecipare al Mise, un incontro dove saranno presenti Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Mentre per la controparte, ArcelorMittal dovrebbe presentarsi l’amministratrice delegata Lucia Morselli.
Il bluff
Michele Emiliano, presidente di regione della Puglia, asserisce che “spegnere gli altoforni equivale distruggerli e che un’operazione del genere costerà risarcimenti di dimensioni devastanti”. Oltre a sottolineare che le minacce di chiusura degli altiforni sono “tutto un bluff”. In effetti un annuncio di spegnimento era già stato comunicato il 5 novembre nella lettera ai sindacati. Lettera che aveva di fatto aperto la procedura di recessione all’Amministrazione straordinaria di asset e lavoratori dell’ex Ilva.
In attesa del ricorso
Sarebbe l’unica modalità per arrestare la decisione di spegnimento degli altiforni. Ma i Commissari del Governo non hanno ancora depositato il ricorso cautelare d’urgenza (ex art. 700).