E’ la prima donna presidente della Commissione europea. Ed ha un compito importante, difficile:dare una sterzata all’Europa, renderla più compatta, amalgamarla e permettere a tutti i suoi componenti di crescere. Ursula von der Layen ce l’ha fatta: i deputati europei, a scrutinio segreto, le hanno attributo 383 preferenze (su 733 votanti). Superata di misura la maggioranza necessaria per eleggerla (374 voti). Il nome è stato il frutto di un accordo politico tra Francia, Germania, Italia e il blocco di Visegrad.
Si erano espressi contro, invece, i partiti del gruppo Identità e democrazia, tra i quali c’è la Lega di Matteo Salvini e il Rassemblement National di Marine Le Pen. Troppo a sinistra le posizione annunciate dalla von der Layen nel suo discorso tenuto oggi dinanzi al parlamento europeo. Si è trattato di un intervento di circa un quarto d’ora: ha spaziato dal salario minio, all’ambienta, perché il pianeta va tenuto ‘sano’, ha detto la neo presidente.
“Voglio che l’Europa diventi il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050”, ha aggiunto la ministra tedesca. Chiara anche la sua visione sulla vicenda migranti: “Il Mediterraneo è diventato una delle frontiere più letali al mondo, in mare c’è l’obbligo di salvare le vite”.