Roma, 29 nov. (LaPresse) – “Vanno aboliti i contributi diretti, che a mio avviso oggi non funzionano più. Perché è indirizzato sulla base degli assetti societari, quindi alle cooperative di giornalisti anziché a un concetto di diffusione, cioè viene erogato non in base a ciò che fai, ma in base a ciò che sei, dunque non si favorisce il pluralismo ma alcune tipologie societarie”. Lo dice il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Vito Crimi, intervenendo al Forum di LaPresse. “I soggetti che accedono ai contributi diretti sono circa una settantina in tutta Italia, se andiamo a vedere i dati.
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E solo cinque di questi prendono circa il 30% della torta, mentre il restante 70 percento lo prendono gli altri 65. C’è qualcosa che non va, allora”. L’esponente di governo sottolinea ancora: “I 5 soggetti a livello nazionale, ‘Italia oggi’, ‘il Manifesto’, ‘Libero’, ‘il Foglio’, ‘Avvenire’ e altri fanno concorrenza agli altri. In questa battaglia si sarei aspettato tutto il blocco degli altri giornali, come ‘Repubblica’, ‘Corriere’, ‘Messaggero’, ‘La Stampa’, ‘il Mattino’, ‘il Centro’, fossero dietro di me a dire ‘grande Crimi, finalmente Libero fa concorrenza leale con noi’. Invece tutti a dire ‘Crimi attacca il pluraliamo’. Ma non è così”.