“Eleganti”, per Vittorio Sgarbi, le parole della Boldrini in difesa del ‘pluralismo’: “Perché vuole tutelare anche un quotidiano come Libero che con lei non è stato affatto tenero”. Ma ciò che preoccupa il critico e storico dell’arte è “il silenzio assordante della Lega”. Il suo timore, lo ha esplicitato con l’aggressività che lo caratterizza ieri sera, durante i lavori a Montecitorio. I deputati hanno votato sull’ordine del giorno presentato da Filippo Sensi (clicca qui) teso a salvare Radio Radicale e a tutelare i quotidiani locali dai tagli all’editoria. “Proprio da Libero sono stati aiutati per anni. Abbiano i coglioni – ha gridato Sgarbi riferendosi ai leghisti – di dire: ‘Siamo per la libertà’ dissociandosi da censure totalitarie di un altro partito che è arrivato per caso in parlamento e che ha in Beppe Grillo un leader non democratico”.
Sulla stessa linea, ma riferita con toni diversi, l’ex presidente della Camera: “Tutti i gruppi o quasi hanno a cuore il pluralismo. I tagli all’editoria non possono lasciarsi indifferenti. Si tratta di testate sensibili anche a cosa succede oltre i confini nazionali. Il 21 maggio scade la convenzione con Radio Radicale – ha ricordato la Boldrini – Cosa succederà dopo? Cosa accadrà a chi ci lavora?”.