ROMA – 112 senatori e 237 deputati. Questi i numeri degli eletti nel centrodestra al termine dello spoglio nelle elezioni politiche del 25 settembre: cifre che consentono alla coalizione di Meloni, Salvini e Berlusconi di avere la maggioranza assoluta in entrambi i rami del Parlamento (essa è fissata infatti a 101 per il Senato e 201 per la Camera). Ma che restano, comunque, lontane dalla maggioranza dei due terzi necessaria per approvare un’eventuale riforma costituzionale senza passare dal referendum confermativo. Alla coalizione di centrosinistra spetta invece un totale di 39 senatori e 80 deputati.
Secondo i dati del Ministero dell’Interno, il Movimento 5 Stelle ha eletto 51 deputati e 28 senatori mentre il Terzo Polo di Azione/Italia Viva conterà su 9 rappresentanti al Senato e 21 alla Camera. La lista “Sud chiama Nord” ha eletto un deputato e un senatore, entrambi nel collegio uninominale di Messina in Sicilia, mentre dall’Alto Adige saranno tre i rappresentanti del Sudtiroler Volkspartei a Montecitorio.
Ieri è stato il giorno di festeggiamenti e rese dei conti nei partiti, all’indomani del voto. I grandi sconfitti sono il Pd, che supera di pochissimo il 19%, e la Lega, che invece non arriva neppure al 9%. Anche Di Maio scompare, con il suo 0,6%. Mentre trionfa, solitaria, una Giorgia Meloni che raccoglie oltre il 26%: un risultato ancora più straordinario considerato quanto rimangono indietro anche gli alleati di sempre (nonostante Forza Italia faccia meglio delle previsioni).
Letta lascia la guida del Pd
Il dem non si tira indietro davanti al confronto: “Guido il Pd fino al Congresso ma non mi candido“ dice Letta in conferenza stampa, “oggi è un giorno triste”. Non manca di attaccare gli ex alleati: Bonino fatta fuori “da fuoco amico” dice Letta, parlando di Calenda, che avrebbe consegnato, a suo dire, il Paese alla destra.
Salvini non molla
Il leader della Lega Salvini si dice “incazzato” ma “carico come una molla” per un risultato, l’aver sfiorato il 9%, che definisce “deludente”. Il partito ha pagato la fatica di stare al governo Draghi: di stare con “Di Maio, Speranza, Lamorgese”. E’ stato “faticoso ma lo rifarei”, dice ancora Salvini. E poi non molla la presa di un partito dove ci si aspetterebbe invece una resa dei conti pari, se non superiore, a quella dei dem: “Conto che per 5 anni si tiri dritto senza stravolgimenti, solo con in mente le cose da fare – dice – Ho fatto i complimenti a Giorgia, lavoreremo a lungo e insieme, è stata brava”.
I 5 Stelle terzo partito
I 5 Stelle moderatamente soddisfatti del risultato: diventano il terzo partito, superando il 15%. E Grillo non dà il benservito, temuto da qualcuno, a Giuseppe Conte: “Viva il MoVimento 5 Stelle!” twitta il fondatore, pubblicando un breve video in cui inquadra un albero, con la sua voce fuori campo che spiega: “Il grande nespolo. Gliene abbiamo fatto di tutti i colori a questo nespolo negli anni. Eppure è rigoglioso, verde e nonostante tutto sopravvive. Un filo di linfa che c’è dentro, sopravvive un po’ di tronco e fa delle nespole bellissime. Questo è il Movimento 5 Stelle, il simbolo: il nespolo vivo”.
Letta chiama Meloni e riconosce la sconfitta
Il segretario del Pd Enrico Letta, secondo quanto si apprende da fonti del Nazareno, ha telefonato a Giorgia Meloni. Nel corso del colloquio, il leader dem ha riconosciuto la vittoria della leader di FdI e del centrodestra.
Conte: “Centrodestra non cambi la costituzione da solo”
In conferenza stampa a Montecitorio, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha fatto i complimenti a Meloni per la vittoria elettorale ma avvertito: “Siamo preoccupati per il futuro. Meglio non avventurarsi in riforme costituzionali quando non si è maggioranza reale nel Paese”
Lollobrigida: “Costituzione è bella ma ha anche 70 anni”
La Costituzione italiana “è bella ma ha anche 70 anni di età“. Così il capogruppo di Fdi alla Camera, Francesco Lollobrigida, nel corso di una conferenza stampa all’hotel Parco dei Principi di Roma parlando di presidenzialismo. “Noi riteniamo che l’elezione diretta del presidente della Repubblica o il semipresidenzialismo possa essere una conquista per questa nazione – ha spiegato -. Lo strumento per arrivarci è da definire, ma credo che le riforme costituzionali debbano essere approcciate con tutto il Parlamento, ove ci sia questa possibilità”. “La Costituzione italiana è una Costituzione importante – ha quindi aggiunto – ma uno deve ricordare che nasce in un momento di grandi criticità: uscivamo da una dittatura, da una guerra sanguinosa, e quindi quella Costituzione era particolarmente prudente sacrificando alla prudenza una maggiore efficienza”. “C’è necessità di rimuovere quegli ostacoli che danneggiano i cittadini, ma farlo insieme. Più sono ampi i tavoli in cui si discutono le regole e meglio è. Si può ragionare serenamente e provare a migliorarla, tenendo conto che è una Costituzione bella ma che ha anche 70 anni di età”, ha concluso Lollobrigida.
(LaPresse)