Milano, 2 mar. (LaPresse) – “Si è conclusa una campagna elettorale deludente e preoccupante: assenti o quasi le questioni riguardanti i diritti umani e il ruolo che l’Italia potrebbe avere per proteggerli a livello internazionale, pronunciate a malapena parole come Siria o Yemen. Presente, dominante, inquietante invece è stato l’uso di un linguaggio discriminatorio, xenofobo, misogino, a volte vero e proprio discorso d’odio. Temiamo che non terminerà con la fine della campagna elettorale”. Lo ha dichiarato Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, a conclusione della campagna elettorale in Italia. “Quel linguaggio – ha aggiunto – lo abbiamo misurato attraverso il nostro barometro dell’odio, che termina a sua volta oggi le attività di monitoraggio sui leader dei principali partiti in competizione, sui candidati ai collegi uninominali delle coalizioni di Centrosinistra, Centrodestra, del Movimento 5 Stelle e di Liberi e uguali e sui candidati presidenti delle regioni Lazio e Lombardia”.
Questo monitoraggio, discusso in un recente incontro con una delegazione dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e di cui renderemo pubblici i risultati definitivi a urne chiuse, ha spiegato Marchesi, “ci ha confermato come persino chi compete per avere incarichi istituzionali talvolta non si astenga dall’uso di un linguaggio incendiario, che divide anziché unire, che discrimina anziché promuovere l’eguaglianza, che pensa che i migranti siano una minaccia e che i diritti non spettino a tutti”.