MILANO – Enrico Letta “sapeva, perché glielo avevo detto, che non sarei stato nell’alleanza se si fosse siglato con Fratoianni, Bonelli e Di Maio un patto che di fatto rendeva la coalizione un’ammucchiata”. A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è il leader di Azione, Carlo Calenda, dopo lo strappo con il Pd. “Per la verità – spiega – ho fatto di tutto per essere alleato con Letta, compreso proporgli di dividere i collegi 90% a loro e 10% a noi. Io penso che lui si sia trovato di fronte a un bivio che il Partito democratico ha affrontato tante volte nella sua storia. Quello tra una scelta riformista o un’alleanza in cui mettere tutto e il contrario di tutto. Alla fine ha scelto questa seconda strada. E questo è stato l’errore di Letta”.
Calenda sottolinea: “Il Partito democratico, dall’arrivo dei 5 Stelle in poi, ha sempre l’ansia di avere tutto dentro. Il Pd non ha il coraggio di rappresentare i socialdemocratici: deve avere dentro i populisti di sinistra. Una cosa per me inspiegabile. E così facendo in questa legislatura si sono suicidati”. Adesso, “hanno semplicemente sostituito il M5S con Fratoianni. Il che non ha senso perché Fratoianni e i 5 Stelle la pensano nello stesso modo su tutto, solo che uno ha il 2% e gli altri il 10. Non si capisce quale sia la logica. Allora tanto valeva tenersi il 10”.
Quindi, spiega Calenda, “il Pd poteva scegliere tra fare l’ammucchiata ‘contro’ e fare un progetto politico serio, alla fine ha scelto l’ammucchiata contro. E l’ammucchiata contro perderà. Non solo: non darà mai un’alternativa agli italiani. Cercare di mettere insieme tutti gli ex 5 Stelle possibili e immaginabili, noi, Fratoianni, Bonelli, è un’operazione che non puoi spiegare agli italiani. Non puoi spiegare che per difendere la Costituzione fai un patto con gente con cui sai che non governerai mai. Nessuno può comprenderlo”.
“All’inizio di questo percorso – aggiunge il leader di Azione – quello che avevo detto a Enrico era che io ero contrarissimo all’idea che entrassero tutti questi e che comunque se li voleva doveva essere in grado di controllarli e governarli. Invece, dal primo minuto questi hanno cominciato a dire: l’agenda Draghi non esiste, i termovalorizzatori non li vogliamo, i rigassificatori nemmeno, Calenda va rieducato. Così come andavamo alle elezioni? Avrei dovuto passare le mie giornate a difendermi dagli attacchi della sinistra che Letta ha voluto nella coalizione anche se loro hanno sfiduciato Draghi 54 volte in più dei 5 Stelle? Come spiegavo agli elettori l’atlantismo con Fratoianni che ha votato contro l’allargamento della Nato? Questa alleanza sarebbe stata l’Unione di Prodi in formato bonsai. Una coalizione del genere non avrebbe portato gli italiani al voto. Avremmo avuto tanti astenuti e saremmo stati sconfitti pesantemente dalle destre”.
(LaPresse)