ROMA – “Putin si aspetta che alle elezioni italiane vincano quelli che sono stati più amici suoi”. Benedetto Della Vedova, segretario di Più Europa e sottosegretario agli Esteri nel Governo di Mario Draghi, ospite dello Speciale Elezioni di LaPresse, traccia una linea netta in vista del voto del 25 settembre. “Penso sia positivo che la campagna elettorale si chiuda sull’essenziale, cioè il ruolo dell’Italia in Europa e la direzione che vuole prendere. La destra di Meloni, Salvini e Berlusconi è formata da partiti che fino a ieri mostravano amicizia per Putin – insiste – Non voglio fare il torto a Giorgia Meloni di considerarla banderuola che cambia idea appena si siede a Palazzo Chigi, ecco perché non vogliamo si sieda a Palazzo Chigi. Fino all’anno scorso la sua campagna era l’uscita dall’euro, amicizia nei confronti di Orban e apprezzamento per quel modello e quel politico”.
Alle parole di Putin, secondo Della Vedova invece, l’Occidente “deve rispondere innanzitutto unito, con l’Europa, con gli Stati Uniti e con i partner democratici. Dobbiamo rimanere uniti perché da una parte c’è l’evocazione della minaccia nucleare, dall’altra un dato molto negativo cioè dei finti referendum per annettere alla Russia un pezzo di territorio” dell’Ucraina. “E’ il punto più grave della escalation di Putin, l’annessione manu militari di un pezzo di terreno”.
Il sottosegretario agli Esteri marca la distanza dalla coalizione di centrodestra anche in tema di diritti: “Quando Giorgia Meloni parla di lobby gay lancia un messaggio omofobo, la lobby gay non esiste, non esiste la lobby eterosessuale né quella delle donne. Esistono persone che si uniscono per difendere e promuovere i propri diritti. Quando attacca la teoria gender, quando parla di famiglia tradizionale, quando il suo partito scatena il caos per un cartone animato come Peppa Pig, disegna una svolta reazionaria sui diritti” spiega. E affonda. “Nelle Marche, in una Regione guidata da un candidato di FdI (Francesco Acquaroli) praticamente le donne non possono più interrompere una gravidanza. Non ho paura o voglio demonizzare: sto ai fatti, alle Marche e a ciò che Meloni ha sempre detto”.
Il segretario di Più Europa avrebbe preferito affrontare questo delicato momento internazionale con un Governo nel pieno delle sue funzioni. “Draghi ha subito un trattamento assurdo e irresponsabile”. Sfiduciarlo, dice chiaro, “è stato un vulnus per il nostro Paese”. Così “è venuto meno key player, un giocatore chiave”, anche in Europa per arrivare al tetto del gas. Quanto a un secondo mandato dell’attuale premier a palazzo Chigi Della Vedova non si nasconde: “Se avessi il 51% non avrei dubbi a fare il nome di Draghi a Mattarella durante le consultazioni”.
I rapporti con l’ex alleato Carlo Calenda non sono buoni. “Noi siamo in campo per battere questa destra di Salvini e Meloni. Per farlo + Europa e Azione, con Calenda, avevamo fatto un patto sapendo che c’erano Bonelli e Fratoianni. Sapevamo benissimo che se fossimo andati da soli avremmo aiutato la destra a vincere – dice ripercorrendo le giornate della rottura con il Pd – Noi siamo rimasti fedeli a quel patto, non è che sia cambiata nel frattempo la legge elettorale”. Perché Calenda ha cambiato idea? “Per me resta incomprensibile. Era un patto politico-elettorale, si sapeva che c’erano Bonelli e Fratoianni”, ribadisce. La decisione di Calenda “porterà il terzo polo a essere grande elettore della destra“. Il leader di Azione, però, non ci sta e prontamente replica sui social: “Ma vi rendete conto che questo signore ha praticamente passato tutti i partiti dell’arco costituzionale, ha distrutto Più Europa per tre seggi semisicuri e viene a fare la morale a noi. Il mondo all’incontrario”, scrive. Il segretario di Più Europa risponde a stretto giro di posta: “Carlo, la penso come Calenda che firmava il patto con Letta per ‘impedire la deriva venezuelana’. Quanto alle polemiche personali, rivendico la mia storia. Come te immagino: Italia Futura, Scelta Civica, PD, Siamo Europei, di nuovo PD, Azione (No Renzi/Si Renzi). Buona Campagna”, conclude.
di Nadia Pietrafitta