ABUJA – Sfida a due in Nigeria per la presidenza. Nonostante i candidati alle presidenziali siano 73, si tratta in realtà di un duello fra due giganti politici. Da una parte il presidente uscente Muhammadu Buhari, 76 anni, del partito Congresso dei progressisti (Apc); dall’altra l’ex vice presidente Atiku Abubakar, 72 anni, del Partito popolare democratico (Pdp) all’opposizione. In questo Paese di 190 milioni di abitanti, sono 72 milioni gli elettori che si sono registrati in oltre 120mila seggi per scegliere, oltre al presidente, anche 360 deputati e 109 senatori.
Elezioni di sangue in Nigeria, 16 vittime
Il voto doveva tenersi una settimana fa, sabato 16 febbraio, ma a sole cinque ore dall’apertura dei seggi in una conferenza stampa carica di tensione era stato annunciato il rinvio del voto a causa di una serie di problemi logistici. Maltempo, difficoltà nella consegna delle schede e anche un tentativo di sabotaggio.
Escalation di violenza in città
In questa settimana di attesa, la tensione è salita e si sono verificate numerose violenze. Nel giorno del voto sono stati registrati 16 morti in otto Stati del Paese, stando a quanto riferisce un gruppo chiamato Situation Room che raccoglie circa 70 organizzazioni della società civile. Circa due ore prima dell’apertura dei seggi i residenti della città di Maiduguri, capitale dello Stato del Borno nel nordest in cui è radicato il gruppo islamista Boko Haram, hanno riferito di avere udito diverse esplosioni e spari. Ma la polizia ha precisato che non c’era alcuna minaccia alla pubblica sicurezza. Mentre un attacco con un razzo è stato registrato a Gwoza.
Fra i primi a votare proprio i due principali contendenti per la poltrona di capo dello Stato. “Presto mi congratulerò per la mia vittoria”, ha dichiarato Buhari, in corsa per il secondo mandato, subito dopo avere imbucato la scheda nell’urna nella sua città natale di Daura, nello Stato di Katsina, nell’estremo nord musulmano.
La sfida tra Abubakar e il presidente uscente Buhari
Il principale avversario, Abubakar, ha votato poco dopo in un seggio di Yola, nello Stato di Adamawa, nel nordest. Accetterebbe i risultati in caso di sconfitta? A questa domanda postagli da un giornalista ha risposto: “Sono un democratico”. L’ex generale Buhari era stato eletto nel 2015 con la promessa di sradicare Boko Haram. E, nonostante il bilancio della sicurezza non sia dei migliori, mantiene un forte sostegno nel nord del Paese.
Quanto ad Abubakar, anche lui originario del nord, ha fatto carriera nel sud cristiano, in particolare a Lagos. E resta il candidato delle classi media e alta, che tradizionalmente votano poco. È anche un uomo d’affari milionario. Il che attira su di lui sospetti sull’origine del suo patrimonio ma gli fa godere di maggiore fiducia sulle questioni economiche.
Elezioni, il quorum per l’elezione del nuovo presidente
Per essere eletto al primo turno, il futuro presidente dovrebbe ottenere, oltre che la maggioranza dei voti espressi, almeno il 25% dei voti nei due terzi dei 36 Stati della federazione. A cui va aggiunto il territorio della capitale federale Abuja. Altrimenti sarà necessario andare al ballottaggio fra una settimana. Per i risultati non è stata fissata una data, ma in genere sono annunciati nelle 48 ore successive al voto. Chi vincerà le presidenziali si troverà a dover dare dinamicità all’economia, colpita dalla recessione del 2016-2017. Nonché a lottare contro la corruzione endemica e a mettere in sicurezza numerose regioni del Paese in preda a gruppi armati fra cui Boko Haram e a bande criminali.
(LaPresse/AFP)