Elezioni, Letta: “Chi vince governa anche se fosse Meloni”

Le parole del segretario dem

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto: Enrico Letta

ROMA – “Chi vince governa, è la democrazia dell’alternanza”. Così il segretario del Pd Enrico Letta in una intervista a ‘Il Giornale’. “Una delle pochissime cose che ci uniscono, con Giorgia Meloni, al di là del rispetto e della cortesia che ci si riserva tra avversari, è una visione bipolare della contesa politica. Destra e sinistra. Conservatori e progressisti. Chi vince governa. E io non ho alcuna intenzione di mettere in discussione la democrazia dell’alternanza”.

Le contestazioni in piazza denunciate dalla leader di Fratelli d’Italia? “Ogni episodio di violenza e ogni minaccia vanno condannati con forza. È stato fatto – sottolinea Letta – Mi sembra pleonastico doverlo rimarcare. Rilevo che il vittimismo della destra si conferma un leit motiv delle campagne elettorali. In questa ha assunto tinte un po’ più esasperate del solito, ma ci abbiamo fatto l’abitudine. Alle letture false invece no, non ci abituiamo. Nessuno nel Pd ha speculato sul fascismo. E se i casi di esponenti Fdi nostalgici o apertamente inneggianti al fascismo si moltiplicano sulla stampa, certo non è responsabilità nostra. Con Meloni abbiamo un rapporto civile da avversari politici. E i toni sono reciprocamente ruvidi. Ci sta quando si è espressione di due visioni del Paese e del mondo radicalmente opposte. La polarizzazione è nei fatti e nelle sensibilità, nelle storie personali”. “Se vince il centrosinistra Meloni può continuare a gestire la sua vita di madre, donna, cattolica, italiana come meglio crede. Se vince la destra e chi dice ‘Dio, patria e famiglia’, il rischio è veder contratti i diritti individuali, a partire da quelli delle donne. Basta guardare cosa accade nelle Marche sulla 194. Il suo è un modello intrinsecamente patriarcale. Il discrimine tra noi e loro sui diritti della persona è nella parola ‘libertà'”, insoiste Letta. Quanto alla possibilità di un governo di larghe intese con Mario Draghi a Palazzo Chigi, “la parola definitiva l’ha detta Mario Draghi: no. Chi continua ad evocarlo ha una rimozione della realtà. E non gli fa un buon servigio”, conclude.

(LaPresse)

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