NAPOLI (Francesco Foco) – Napoli, provincia di Roma. Su questo ragionamento, probabilmente, Enrico Letta ha stilato le liste per il Parlamento in quella che dovrebbe essere la capitale del Sud. Infatti il Pd schiera nel listino per il Senato Dario Franceschini capolista. Il ‘Ministrissimo’ è seguito da Valeria Valente in seconda posizione (è candidata anche in Puglia dietro Francesco Boccia). Incredibilmente al terzo posto il ministro Enzo Amendola: a quanto pare in giornata ufficializzerà il ritiro della candidatura viste le chance bassissime di elezione. Alla Valente, poi, è affidata anche la corsa senatoriale nel collegio uninominale. Nel collegio di Napoli città Letta ha scelto di ospitare il ministro della Salute Roberto Speranza, candidato in quota Articolo-1. Dietro di lui la consigliera regionale Loredana Raia e il deputato uscente Lello Topo, piazzato in una posizione molto complessa in ottica rielezione. Chiude la lista l’ex assessora Roberta Gaeta, in quota Demos. Solo nel collegio Napoli 2 alla Camera, ovvero quello che abbraccia la provincia fino alla penisola sorrentina, c’è spazio per candidati autoctoni: guiderà il Pd il segretario metropolitano Marco Sarracino, uno dei quattro under 35 scelti dal Nazareno per queste elezioni. Dietro di lui il bis per la Raia e per Topo. Chiude la lista l’ex consigliare regionale Antonella Ciaramella. Per il Pd, poi, correranno nei collegi uninominali alla Camera l’uscente Paolo Siani e di nuovo Loredana Raia. Letta ha lasciato alcuni uninominali liberi per la coalizione, uno dei quali dovrebbe andare al ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Tanti gli esclusi eccellenti. Niente da fare per i consiglieri regionali Massimiliano Manfredi e Bruna Fiola, entrambi speravano in una candidatura almeno negli uniniominali. Fuori dai giochi anche la presidente del consiglio comunale di Napoli Enza Amato, l’ex deputato Leonardo Impegno, l’ex sindaco di Melito Venanzio Carpentieri e l’ex deputata Assunta Tartaglione. Ci sono, poi, alcuni esponenti napoletani candidati fuori regione. Ad esempio Arturo Scotto è stato blindato in una posizione eleggibile in Toscana in quota Articolo-1, mentre Enzo Maraio correrà in quota Psi nelle liste dem di Roma. Punto interrogativo, poi, per l’ex sottosegretario Giuseppe De Cristofaro: non si sa ancora se verrà candidato in un uninominale di coalizione o capolista di Sinistra Italiana a Napoli. Non mancano furibonde polemiche.
In tanti stanno ritirando in queste ore la propria candidatura (come Amendola). Ad esempio Federico Conte, parlamentare uscente di Articolo-1 di Eboli, non ha accettato la candidatura a numero due al Senato nel collegio Campania 2, alle spalle dell’ex segretaria della Cgil Susanna Camusso. Intanto tantissimi militanti e dirigenti piddini stanno protestando contro le scelte di Letta, non perdonano le candidature imposte da Roma di Franceschini e Speranza. Spiega ad esempio Nicola Pezzullo, già consigliere municipale del Pd: “Le candidature del Pd a Napoli e provincia mortificano l’intera classe dirigente partenopea e dell’area metropolitana. Come capolista vengono candidate tutte persone che non appartengono al nostro territorio”. Marzia Del Vaglio, consigliera comunale puteolana, accogliendo con favore la candidatura di Sarracino, sottolinea però che “la scelta compiuta dal Pd non è troppo diversa da quella di Renzi di 5 anni fa. Per l‘ennesima volta, lo slogan “voce ai territori” si dimostra appello di facciata”. Lello D’Ambrosio, storico dirigente del Pd in III Municipalità, non le manda a dire: “Io non capisco perché uno di Ferrara e uno di Potenza non possano fare il capolista nelle loro città visto che sono dei fenomeni”. E ce ne sono tanti altri altrettanto infuriati. La campagna elettorale inizia in salita. Tra pochi giorni bisognerà anche indorare la pillola della candidatura di Giggino Di Maio. Altro macigno sulle spalle dei militanti democrat.