ROMA – C’è l’accordo tra Verdi, Sinistra Italiana, Impegno Civico e Pd. Ad annunciarlo il segretario dem Enrico Letta: “Sono lieto di annunciare l’intesa fra noi – ha detto – dopo il faccia a faccia con Luigi Di Maio e Bruno Tabacci. Un accordo per andare insieme in una parte degli uninominali con una legge elettorale che ha una forte torsione maggioritaria. Noi chiudiamo la partita più complicata, con la costruzione di alcune liste che potessero competere con la destra. Un lavoro difficile e complicato. Ringrazio Azione e più Europa, con cui abbiamo siglato un patto di governo lungimirante”.
No alle ammucchiate
Ha storto il naso alla nuova unione Giuseppe Conte, segretario dei 5S: “Difendere la Costituzione vuol dire avere idee chiare, non fare ammucchiate e spartizione di collegi elettorali e posti – ha tuonato su Facebook – Vuol dire difendere la dignità del lavoro, tutelare l’ambiente e la biodiversità, investire nella sanità e nell’istruzione, proteggere i cittadini non garantiti, il ceto medio che si impoverisce, le piccole imprese, le partite Iva. La Costituzione si difende introducendo il salario minimo a 9 euro l’ora, contrastando la precarietà, intervenendo per i giovani che non possono comprare casa, investendo sulla medicina territoriale e sulla sanità pubblica, sulle rinnovabili e non sulle trivelle e sugli inceneritori”
Flat tax al 23%
E il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha lanciato la proposta sul fisco: “Quando saremo al governo – ha detto – applicheremo una flat tax al 23%, per tutti, famiglie e imprese, per alleggerire l’oppressione fiscale, per combattere davvero l’evasione, per aumentare le entrate dello Stato”. E Giorgia Meloni, segretaria di FdI. ha così giudicato il nuovo accordo partorito dal centrosinistra: “Insomma sono già separati in casa. Si presentano insieme solo per odio verso il centrodestra e per non mollare le poltrone. Non è quello che serve all’Italia: la Nazione non può rimanere ostaggio delle loro liti interne e della loro bramosia di potere”.
La raccolta firme
In queste ore l’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris che coordina la lista Unione popolare ha fatto sapere che “prima di iniziare la raccolta l’attuale legge impone alcuni passaggi burocratici che stiamo completando. In questi giorni erano già stati previsti, dai nostri attivisti e dalle nostre attiviste locali, tantissimi banchetti in tutta Italia. Purtroppo prima di 24 ore questi passaggi burocratici non saranno completati e quindi non potrà partire la raccolta firme. Vi invitiamo quindi a pazientare un altro pò. Il grande entusiasmo che stiamo riscontrando ci convince che raggiungeremo rapidamente il numero di firme necessarie per presentare Unione Popolare alle elezioni del 25 settembre”.