Emergenza clima, dall’Australia parte lo ‘sciopero globale’

Non sono soltanto i giovani a protestare contro il clima. A fianco a loro si schierano sindacati e organizzazioni umanitarie

People attend a protest as part of the worldís largest climate strike in Sydney on September 20, 2019. - Children in Australia and the Pacific Islands kicked off a millions-strong global climate strike on September 20 -- heeding the rallying cry of teen activist Greta Thunberg and demanding adults take action to stave off environmental disaster. (Photo by PETER PARKS / AFP)

SYDNEY – Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in Australia, Thailandia, Indonesia e India per protestare contro il cabiamento climatico: è nel Sudest asiatico che sono partite manifestazioni e cortei in vista del summit Onu sul clima. Sull’onda della protesta iniziata da Greta Thunberg 150 Nazioni parteciperanno all’evento in tutto il mondo, dal Giappone alle Filippine, passando per la Birmania allo sciopero globale per il clima.

Dall’Australia agli Stati Uniti: un milione di studenti per il Fridays for Future

Un vero e proprio giro del mondo per cambiare il clima: dall’Australia si arriva negli Stati Uniti, dove è previsto il clou delle manifestazioni. Dopo quello dello scorso marzo si tratta del secondo sciopero globale.

I cittadini di oltre 40 Paesi scesero in piazza per protestare contro il cambiamento climatico. Una marea di un milione e mezzo di persone fece sentire la propria voce. A capo degli attivisti ci sarà Greta Thunberg, che dalla Grande Mela sta già inviando le foto dei manifestanti. Saranno più di un milione gli studenti che parteciperanno. Gli istituti scoastici hanno garantito la giustificazione per l’assenza dalle lezioni.

Sindacati e aziende a fianco degli studenti, i dipendenti Microsoft: “Stop al’uso dei combustibili fossili”

Non sono soltanto i giovani a protestare contro il clima. A fianco a loro si schierano sindacati e organizzazioni umanitarie. Ma l’ondata ecologista attrae anche le mire, probabilmente meno sincere, di molti marchi internazionali. Come Amazon, che ha ‘schierato’ oltre 1.500 dipendenti che, via telematica, hanno annunciato la loro partecipazione alle manifestazioni. Stessa cosa per Microsoft. I lavoratori dell’azienda informatica hanno dichiarato: “Ci uniremo ai milioni di persone in tutto il mondo, partecipando allo sciopero globale del clima”. Anche l’azienda Patagonia, produttrice di abbigliamento outdoor, parteciperà alla protesta. I negozi rimarranno chiusi per alcune ore, dal 20 al 27 settembre, per protestare contro il cambiamento climatico. “Nel momento in cui la leadership sul clima è inesistente, devno farsi avanti le aziende responsabili” hanno dichiarato gli amministratori dell’azienda.

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