ROMA – Risale e poi riscende il prezzo europeo del gas. Gli annunci e la possibile definizione di un tetto ai costi avevano portato giù, nel corso degli ultimi giorni, la quotazione all’hub olandese, mercato di riferimento per l’Europa. Ma l’interruzione del gasdotto Nord Stream, che trasporta la molecola russa fino in Germania e poi da lì al resto dei Paesi, ha rimesso il tutto in discussione, riportando il prezzo in alto che in giornata è poi di nuovo andato giù; quindi un ennesimo giro sull’altalena, in linea con quello che accade ormai sempre più spesso, anche per via delle tensioni con il procrastinarsi della guerra in Ucraina. A fine giornata il prezzo resta comunque ai minimi poco sopra i 230 punti. A complicare le prospettive arriva però l’allerta lanciato da Gazprom secondo cui le sanzioni occidentali rendono impossibile la manutenzione delle turbine, lasciando presagire che lo stop alle forniture potrebbe estendersi ben oltre i tre giorni annunciati.
Intanto, al netto della questione dei costi che si ripercuotono sulle bollette di luce e gas, il governo si sta occupando anche dei prezzi dei carburanti. E ha dato il via libera al decreto che estende la proroga dello sconto su benzina e diesel fino al 5 ottobre; l’attuale taglio delle accise avrebbe calmierato i prezzi fino al 20 settembre. Il ministro dell’Economia Daniele Franco e il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani hanno firmato il decreto che estende di 15 giorni le misure attualmente in vigore per ridurre il prezzo finale dei carburanti, con un taglio di 30 centesimi al litro oltre che per benzina e diesel anche per Gpl e metano.Sembra inoltre che il nuovo provvedimento anti-rincari del governo sia quasi pronto e che tra i punti principali trovino spazio il rafforzamento del credito d’imposta, una soluzione per gli extra-profitti, il supporto ai rigassificatori. La parte non scritta racconta invece dell’auspicio – messo in evidenza più volte – che si giunga al mettere a punto un tetto al prezzo del gas europeo.
L’interruzione del Nord Stream si ripercuote sulle forniture. Tanto che Eni ha subito precisato l’abbassamento in atto per la giornata: “Gazprom ha comunicato la consegna di volumi di gas pari a circa 20 milioni di metri cubi, a fronte di consegne giornaliere pari a circa 27 milioni di metri cubi effettuate nei giorni scorsi”. Per l’Ungheria però il vento soffia in senso opposto, e in controcorrente in Europa aumenta la sua dipendenza dal gas russo; il governo di Budapest ha firmato un nuovo contratto con Gazprom per 5,8 milioni di metri cubi di gas naturale in più al giorno. Inoltre, il colosso energetico russo sta iniziando a progettare un gasdotto per la Cina dall’estremo oriente russo, dal momento – viene spiegato – che “per il mercato cinese nei prossimi 20 anni si prevede un aumento del consumo di gas del 40%; questa è la rotta del Far East”.
di Tommaso Tetro