MILANO – Serve far fronte alla crisi energetica senza compromettere il diritto allo studio. Lo afferma in una nota Dirigentiscuola, associazione di rappresentanza della categoria dei dirigenti scolastici.
“Il problema energia – dichiara Attilio Fratta, presidente nazionale di Dirigentiscuola – è reale e non può essere ignorato. Anche la scuola deve fare la sua parte ma non certamente riducendo orari o adottando la settimana corta; soluzioni che avrebbero ricadute sull’organizzazione scolastica ma anche delle famiglie. Dopo tre anni di soluzioni legate all’emergenza la scuola deve tornare alla normalità. Le conseguenze sono ben note. Abbiamo bisogno di recuperare e non di ridurre, vanno evitati sprechi e dispersioni di calore; ridurre di qualche grado la temperatura ed adottare qualsivoglia altro accorgimento ma non certamente modificare orari e organizzazione”.
Va, inoltre, prosegue Fratta, “inculcato più senso dello Stato e rispetto della cosa pubblica in tutto il personale. Se tutti prestassero attenzione evitando gli sprechi i consumi sarebbero notevolmente contenuti e compenserebbero i rincari. La crisi c’è e dobbiamo conviverci come abbiamo fatto con l’epidemia, ma non con situazioni tampone o provvisorie. Importante che ci siano disposizioni chiare assunte dagli enti preposti e non delegati al singolo dirigente scolastico. Chiunque proponga soluzioni provvisorie e temporanee evidentemente non ha idea di cosa vuol dire modificare orari, organizzazione delle lezioni, assegnazione dei docenti, mezzi di trasporto e tutto quanto è legato al funzionamento delle istituzioni scolastiche”.
I problemi della scuola “non si fermano al tema energia ma riprendono anche con la mancata assegnazione di ben 469 dirigenti alle scuole neo dimensionate che arrecherà un danno incalcolabile”, prosegue la nota di Dirigentiscuola. Per cui “20 dirigenti su 317 neo assunti che dopo aver superato un concorso molto difficile, sono costretti a rinunciare all’incarico per non abbandonare le famiglie. Il ruolo dei dirigenti è regionale. Chi ha partecipato al concorso lo ha fatto sapendo che sarebbe rimasto nella sua regione. Dulcis in fundo: si sta procedendo allo scorrimento della graduatoria per surrogare i 20 rinunciatari che prenderanno servizio dopo il 1 settembre”.
LaPresse