Energia: Draghi vara ‘tagliaprezzi’, dl da 4,4 mld e -25 cent sui carburanti

Foto Filippo Attili / Palazzo Chigi / LaPresse Il Presidente Mario Draghi in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri

ROMA – Tagli su benzina e diesel per circa 25 centesimi al litro per 30 giorni, bollette calmierate per 5,2 milioni di famiglie con Isee sotto i 12mila euro (prima erano 4 milioni) e possibilità per le imprese di rateizzare quelle per i consumi di maggio e giugno per un massimo di 24 mesi. Mario Draghi vara il ‘tagliaprezzi’ e mette in campo altri 4,4 miliardi contro il caro energia e l’impennata dei costi alla pompa.

“A differenza degli scorsi provvedimenti, gran parte degli interventi di oggi non sono finanziati dal bilancio pubblico, ma dalle aziende del comparto energetico – sottolinea il premier – Tassiamo una parte dei profitti in eccesso che i produttori stanno facendo grazie all’aumento dei costi delle materie prime, e redistribuiamo questi soldi alle imprese e alle famiglie in difficoltà”. Per il capo del Governo si tratta sì di un intervento “redistributivo ed equo” da un punto di vista di giustizia sociale, ma che permette anche “di evitare scostamenti di bilancio e di mantenere sotto controllo i conti pubblici”.

Il resto delle risorse arriverà poi dal gettito Iva sui carburanti che lo Stato ha incassato in questi mesi a causa dell’aumento dei prezzi. La tassazione degli extraprofitti impone fino all’ultimo il silenzio sul provvedimento. Il premier anche in cabina di regia con i capidelegazione dei partiti chiede “massima riservatezza” sulle misure perché considerate ‘market-sensitive information’. Il lavoro sui conti e le risorse va avanti fino a tarda sera, l’ex numero uno Bce fa il punto con Daniele Franco e Roberto Garofoli prima di entrare nella sala del Governo per dare inizio, con circa un’ora di ritardo, al Cdm.

I ministri sono in pressing per incassare l’ok alle misure che servono al tessuto imprenditoriale di riferimento. Esulta allora Giancarlo Giorgetti che porta a casa la possibilità per le imprese di varare un bonus da massimo 200 euro di buoni carburante per i loro dipendenti che non saranno tassati. “È una proposta di buonsenso che aiuta i pendolari in questa fase critica di aumento dei carburanti”, ribadisce il titolare del Mise che ottiene l’ok del Governo anche per il controllo delle esportazioni verso paesi extracomunitari di materie prime strategiche delle filiere produttive.

Oggetto del provvedimento sono i prodotti momentaneamente carenti per la salvaguardia degli interessi strategici nazionali. Per queste esportazioni le aziende dovranno notificare al Mise e agli Esteri almeno 10 giorni prima l’avvio delle operazioni e potranno procedere solo con un’autorizzazione dell’esecutivo, pena una sanzione non inferiore a 100mila euro. Con la postilla che – filtra da fonti di Palazzo Chigi – sui provvedimenti in tema di controllo delle esportazioni delle materie prime “il governo sta verificando la loro compatibilità con la normativa europea”.

Un fondo ad hoc da 140 milioni viene creato per le imprese che operano nella pesca e nell’agricoltura e risorse per 560 milioni sono stanziate anche per gli autotrasportatori, che beneficeranno anche di una riduzione dei pedaggi. Avanti anche con il credito di imposta per energivori e gasivori e anche per le altre imprese attraverso la cessione del credito. Rifinanziata anche la cassa integrazione per le aziende in difficoltà. Contro le speculazioni arriva poi ‘Mister prezzi’, garante per la trasparenza che potrà richiedere alle imprese dati, notizie ed elementi specifici sulle motivazioni degli aumenti e, in caso di un mancato riscontro entro 10 giorni dalla richiesta, prevedere dalle multe che vanno dei 500 a 5.000 euro.

Varate le misure a livello nazionale, però, Draghi intende arrivare a una risposta che sia europea e condivide la rotta con i primi ministri di Spagna, Portogallo e Grecia. Il premier guida il fronte dei Paesi del Meditarraeo e, dopo l’incontro a Villa Madama con Pedro Sanchez, António Costa, e (in collegamento video perché positivo al Covid) Kyriakos Mitsotakis, i quattro parlano all’unisono: “Servono rispose europee” e servono in tempi “rapidi, immediati”. Decisivo sarà il Consiglio europeo del 24 e 25 marzo.

“Serve una risposta immediata e concreta sul prezzo dell’elettricità”, puntiamo a “stabilire un prezzo europeo”, insiste l’inquilino di palazzo Chigi. “Nei prossimi giorni convergeremo su una proposta ma non è chiaro che questa proposta venga approvata. Il problema di creare un fondo si pone, si tratta di ripetere il next generation – insiste – è una cosa che va assolutamente fatta ma non sarà una cosa facile da farsi in poco tempo”.(LaPresse)

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