Energia, il governo vara il Decreto risparmi. Tabarelli: “Anni duri”

Energia elettrica, 10 modi per risparmiare

ROMA – Il governo vara il Decreto Risparmi. In vigore, questo inverno, le nuove misure per la crisi energetica. Previsti quindici giorni in meno per la durata d’accensione dei riscaldamenti, riduzione di un’ora al giorno e di un grado della temperatura che nelle abitazioni, lo scorso anno, era di 20 gradi. A tal proposito, il Ministro della Transizione ecologica (Mite) Roberto Cingolani ha spiegato che “ci saranno nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale”. Un piano che prevede, inoltre, tempi e modalità diversi a seconda delle Regioni. Sempre secondo il Mite “in presenza di situazioni climatiche particolarmente severe i Comuni possono autorizzare l’accensione degli impianti termici alimentati a gas anche al di fuori dei periodi indicati dal decreto, purché per una durata giornaliera ridotta”.

Le eccezioni

Il nuovo decreto, però, prevede delle eccezioni: ospedali, asili, piscine, saune comprese alcune attività industriali e artigianali a cui i Comuni hanno già concesso deroghe ai limiti di temperatura, oltre che gli edifici dotati di impianti alimentati in prevalenza a energie rinnovabili. Tutte misure che, secondo Enea “farebbero risparmiare 2,7 miliardi di metri cubi di gas” e andare incontro, così, all’aumento vertiginoso delle bollette che sta mettendo in ginocchio famiglie ed imprese italiane.

La richiesta

I Comuni si apprestano a chiedere al Governo, ha spiegato il delegato alla finanza locale dell’Anci Alessandro Canelli, “200 milioni di euro da inserire nel dl Aiuti quater, e poi 800 milioni in legge di bilancio che potranno valere anche per il 2023 per le situazioni più critiche dei bilanci comunali. Un pacchetto di misure anche tecnico-contabili per fermare il calo delle entrate dei comuni previsto per il 2023 e per far fronte al perdurare dell’incremento dei costi energetici”.   

Anni duri

Il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli ha spiegato che “la crisi dei prezzi non si risolverà entro il 2023: ci vorranno almeno tre anni: imporre un tetto al prezzo del gas è impossibile e inutile. L’unica via possibile è quella del sostegno diretto dei governi a imprese e famiglie. Ma “senza gas e senza combustibili ed energia di derivazione fossile non ce la possiamo fare in nessun caso”. Secondo Claudio Descalzi, numero uno di Eni “il gas è sufficiente, salvo ci fossero incidenti tecnici, come ad esempio un guasto o una rottura a un impianto, che riguardano i paesi fornitori o un freddo particolarmente rigido”. 

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