ROMA – Eni chiude i conti 2021 con un utile netto di 4,7 miliardi di euro, il maggior risultato dal 2012 sorretto dalle quotazioni del gas, e il 2022 sarà “un altro anno importante”, assicura l’ad Claudio Descalzi agli analisti. Sul campo c’è la possibilità di incrementare la produzione di gas in Italia: “ci siamo confrontati con il governo”, nell’iter di messa a punto del nuovo decreto sulle bollette, “siamo pronti e aperti a investire sul gas in Italia” anche con “nuovi investimenti, nuove attività, possibili nuovi campi che non abbiamo ancora sviluppato” al di là dei giacimenti Argo e Cassiopea che sono già nell’investment plan e stanno andando avanti.
La proposta di dividendo per il 2021, già annunciata al mercato, resta a 0,86 euro per azione, di cui 0,43 euro versati in sede di acconto a settembre 2021.Mentre per quest’anno bisognerà aspettare la presentazione del piano strategico, il 18 marzo. l’Ebit adjusted è a 9,7 miliardi di euro, con un incremento di 7,8 miliardi di euro rispetto al 2020, +400%, un flusso di cassa di 12,7 miliardi di euro che ha finanziato capex netti di 5,8 miliardi di euro, e 7,6 miliardi di euro di free cash flow organico. a generazione di cassa organica e in grado di coprire il pagamento dei dividendi e il buy-back (in totale 2,8 miliardi di euro), la manovra di portafoglio a sostegno dei business della transizione (2,1 miliardi di euro) e permette di ridurre il debito netto a 9 miliardi di euro.
“Nel corso del 2021 abbiamo raggiunto risultati eccellenti e accelerato la nostra strategia di trasformazione che fa leva sull’integrazione di tecnologie, nuovi modelli di business e stretta collaborazione con i nostri stakeholders”, commenta Descalzi, nel sottolineare il ritorno della struttura patrimoniale ai livelli precrisi e il rafforzamento del piano di transizione, con la quotazione di Plenitude, che integra rinnovabili, clienti e e-mobility, che “ci consentirà di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni scope 3 dei nostri clienti domestici”. Anche il portafoglio upstream – prosegue Descalzi – rimane una importante leva di creazione di valore per la transizione energetica, come dimostra il successo della quotazione di Vår Energi presso la borsa norvegese, la più grande IPO di una società O&G da oltre un decennio, e la prossima creazione insieme a BP di un veicolo strategico in Angola che combinerà le operazioni dei due partner”. Nessun commento invece su Saipem: “Abbiamo iniettato risorse” nella società “sta lavorando per presentare un aggiornamento del piano strategico, quindi non possiamo esprimerci senza conoscere i dettagli. Sosteniamo Saipem ma dobbiamo capire cosa accadrà in futuro”, ha detto Descalzi.
Di Antonella Scutiero