Epatite, Oms: 169 casi in bimbi tra Ue e Usa, attiva la sorveglianza in Italia

(AP Photo/Marcio Jose Sanchez, Pool)

MILANO – Sorveglianza ai massimi livelli internazionali sui casi di epatite acuta nei bambini con causa non nota, a partire dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Secondo gli ultimi dati dell’Oms, sono stati “confermati 169 casi riportati in 11 Paesi in Europa e negli Stati Uniti in bambini di età compresa tra un mese e sei anni: 17 bambini hanno avuto bisogno di un trapianto e si è registrato un decesso”, ha chiarito Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore dell’Organizzazione mondiale della Sanità nel corso di una conferenza stampa.

Numeri che, per il momento, servono a tenere sotto controllo l’evoluzione della situazione, in attesa che gli stessi dati, incrociati grazie alla sorveglianza internazionale, diano delle risposte agli scienziati.

L’Italia ha attivato la rete nazionale di sorveglianza, coordinata dall’Istituto superiore di Sanità, a cui confluiscono eventuali segnalazioni di casi sospetti da parte degli ospedali e dai pediatri di famiglia, allertati e operativi su tutto il territorio nazionale.

“Al momento abbiamo otto casi sospetti di epatite non conosciuta. Mentre altre 12 segnalazioni di epatite sono allo studio. Avere 20 segnalazioni significa che il sistema è allertato. Se ne avranno molte altre in tutto il mondo. Non dobbiamo sottovalutare il problema ma nemmeno creare panico”, ha affermato il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri a SkyTg24.

Un primo caso sospetto è stato segnalato anche a Milano dove è stato ricoverato un bimbo di 4 anni al San Paolo. Il piccolo sta meglio, come ha confermato a LaPresse Giuseppe Banderali, direttore Pediatria e Patologia Neonatale dello stesso ospedale. “Sta molto meglio rispetto a quando è entrato”, ha spiegato il dottore precisando che “non abbiamo nessun allarme clinico nei suoi confronti”.

“Di casi con agente eziologico sconosciuto ne abbiamo giù avuti in precedenza, non siamo di fronte a un’entità nosologica che non abbiamo mai individuato”, ha spiegato ancora Banderali.

“La campagna vaccinale non c’entra nulla” con l’epatite acuta pediatrica riscontrata nei bambini, perché “nella maggior parte dei casi riportati in Inghilterra i bambini non erano vaccinati, infatti la prima comunicazione che si è verificata riguardava bambini di età inferiore ai 5 anni quindi non eleggibili per la vaccinazione”, ha ribadito la presidente della Società Italiana di Pediatria (Sip), Annamaria Staiano.

Per la presidente della Sip dunque al momento “abbiamo necessità di sorvegliare” perché “non sappiamo ancora di che cosa stiamo parlando”.

LaPresse

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