ROMA – Erasmus: lavoro sì ma all’estero, dove un terzo dei partecipanti italiani riesce a trovare spazio professionale. A rivelarlo una indagine effettuata dalla Agenzia Erasmus+ Inapp. L’analisi è stata effettuata su un campione di 2.795 studenti e 696 docenti e formatori. In Italia spesi il 99,94% dei fondi. “Il raddoppiamento dei finanziamenti per Erasmus+ nel periodo 2021-2027 circa 28 miliardi di euro rispetto al precedente settennato – spiega l’Inapp – sono una notizia positiva per l’Italia – che è già uno dei Paesi più virtuosi a livello europeo nell’utilizzo dei fondi insieme a Francia e Germania”.
La ricerca
Dall’indagine effettuata dall’Agenzia si evince che “il 98,4% non ha dubbi nel consigliarne ad altri la partecipazione, mentre il 77% dei giovani ritiene di aver ottenuto da questa esperienza notevoli benefici sia personali che professionali”. Per quanto concerne invece le aspettative, “risultano ampiamente soddisfatte nel 91,6% dei casi, il 99,6% ha portato a termine il tirocinio”.
I fondi
Per il 2021 Erasmus+ può attingere da una dotazione di circa 55 milioni di euro disposti per finanziare i progetti VET – Vocational Education and Training, mentre dal 2014 ad oggi l’Agenzia Nazionale Erasmus+ Inapp “ha ricevuto in totale 4.182 progetti: 2.636 di Mobilità individuale ai fini di apprendimento (di cui 732 finanziati) e 1.546 di Partenariati strategici (di cui 230 finanziati)”. Per tali progetti la Commissione europea e gli Stati membri dell’Ue negli antecedente sette anni hanno messo a disposizione per il nostro Paese circa 300 milioni di euro per “l’ambito istruzione e formazione professionale, fondi che saranno certamente incrementati con il nuovo Programma”.
I dati
Sebastiano Fadda, presidente dell’Inapp ha sottolineato come “quest’anno l’Inapp ha approvato 126 progetti di mobilità all’estero che vanno dall’economia circolare, alla mobilità smart, dall’informatica con lo sviluppo della tecnologia 3D, all’agrifood senza dimenticare il turismo per lo sviluppo delle competenze e l’accesso al patrimonio culturale locale, in aggiunta a progetti per innovare il terzo settore e favorire occupazione e inclusione. Erasmus+ si inserisce in un contesto socio-economico che vede, da una parte, quasi 6 milioni di giovani europei disoccupati. Allo stesso tempo si registrano oltre 2 milioni di posti di lavoro vacanti e un terzo dei datori di lavoro segnala difficoltà ad assumere personale con le qualifiche richieste. Erasmus+ è pensato proprio per dare risposte concrete a queste problematiche, contrastando il fenomeno dello skill mismatch, quel disallineamento delle competenze che è molto presente purtroppo nel nostro Paese, ovvero la difficoltà a trovare le figure professionali adeguate per le imprese. Fino ad ora i numeri di Erasmus+ dimostrano il successo di questo Programma”.