CASAL DI PRINCIPE – Parte del patrimonio immobiliare dei Passarelli resta confiscato: i giudici hanno bocciato il ricorso e permangono nelle mani degli eredi dell’imprenditore Dante Passarelli, morto cadendo da una casa, le due società la cui confisca fu revocata nel 2017. Lo ha deciso la Corte di Cassazione sul ricorso presentato dagli eredi di Dante Passarelli, Biagio, Franco, Gianluca e Davide. Avevano proposto ricorso avverso l’ordinanza della Corte di appello di Napoli emessa il nove gennaio scorso. “Da un lato i ricorrenti non hanno indicato la prova nuova, non valutate o pretermessa dalla Corte di appello che giustificherebbe la revoca della misura di prevenzione, limitandosi a riprodurre fatti, riportati nel decreto emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere del 2013 che la Corte di Appello con il provvedimento impugnato ha puntualmente vagliato” si legge nelle motivazioni con il ricorso è stato ritenuto infondato. E ancora: “Dall’altro lato, a voler ritenere quale prova nuova la sentenza della Corte di Appello del 2018, come sostenuto dai ricorrenti, deve rilevarsi come la stessa non costituisca prova nuova essendo stati semplicemente diversamente apprezzati gli stessi elementi in precedenza conosciuti e delibati”. Inoltre i giudici della Suprema Corte aggiungono: “Deve rilevarsi che la Corte di appello, escluso che si versasse in ipotesi d revoca, ha adeguatamente motivato in ordine all’ipotizzato contrasto tra giudicati. In particolare è stata evidenziata la diversità di ratio dei due procedimenti (quello di prevenzione e quello di merito) per cui, nonostante l’identità delle parti processuali e dei cespiti oggetto delle due decisioni, tenuto conto del diverso rilievo attribuito all’evento morte di Dante Passarelli, si è ritenuto non sussistente il dedotto contrasto di giudicati anche in ragione del fatto che la decisione del 2018, non si è confrontata con il decreto del 2017 che aveva ormai definitivamente disposto la confisca”. Il febbraio dello scorso anno invece fu annullata la confisca di alcuni beni nei confronti di Biagio, Gianluca e Davide Passarelli, eredi del ‘re dello zucchero’ Dante Passarelli. Lo decise la Corte d’Appello di Napoli che pronunciò una sentenza di non luogo a procedere nei confronti dei Passarelli per intervenuta prescrizione in ordine al reato di ricettazione con revoca del provvedimento di confisca e restituzione dei beni in sequestro. Tutti erano accusati di riciclaggio aggravato dall’aver agevolato il clan dei Casalesi (reato poi derubricato in ricettazione e senza l’aggravante già dai giudici di primo grado). I Passarelli, secondo l’accusa, avrebbero ostacolato la provenienza delittuosa dei capitali investiti in beni mobili, immobili, società e beni strumentali acquisiti dopo la morte di Dante Passarelli, avvenuta nel 2004. Per questo in primo grado avevano incassato le condanne). Sul ricorso in Cassazione su altri immobili presentato dagli eredi di Dante Passarelli però i giudici si sono espressi per la conferma della confisca.
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Eredi Passarelli, confisca confermata a venti anni dalla morte dell’imprenditore
Le nuove prove portate nel processo non hanno convinto i giudici