MILANO – Rappresentanti e sostenitori del governo dell’Eritrea, lo stato che attualmente presiede il Consiglio Onu dei diritti umani, minacciano e prendono di mira difensori dei diritti umani e attivisti all’estero che criticano il regime oppressivo dell’Asmara. È quanto denuncia Amnesty International, in un rapporto intitolato ‘Eritrea, repressione senza frontiere’. Secondo le ricerche dell’organizzazione, gli Stati in cui i difensori dei diritti umani eritrei corrono i maggiori rischi sono Kenya, Norvegia, Olanda, Regno Unito, Svezia e Svizzera. L’elenco delle persone prese di mira comprende il prete candidato al Nobel per la pace Mussie Zerai e l’ex direttore di BBC Africa, Martin Plaut.
“Per molti difensori dei diritti umani, la fuga dall’Eritrea non ha significato una pausa dalla repressione. A causa della quale molti di loro sono morti proprio mentre cercavano di allontanarsene. Devono costantemente guardarsi le spalle e controllare ogni parola che dicono. Impauriti dalla lunga mano del governo eritreo che si estende ben oltre le frontiere”, ha dichiarato Joan Nyanyuki, direttrice di Amnesty International per l’Africa orientale, il Corno d’Africa e la regione dei Grandi laghi. Secondo Amnesty, i sostenitori del partito al potere e i rappresentanti del governo eritreo impiegano tutte le tattiche. Per impaurire coloro che criticano l’amministrazione del presidente Isaias Afewerki e le violazioni dei diritti umani cui presiede. Dalle minacce di morte alle aggressioni fisiche fino alla diffusione di notizie false.
(LaPresse)