ROMA – La sola certezza è che non sarà un’estate come le altre. Sono moltissimi in Italia a guardare alla possibile Fase 2 e quindi alla ripartenza con un occhio se non tutti e due all’estate, ormai alle porte. Estate che vuol dire ferie ma vuol dire soprattutto il comparto del turismo che in Italia, con l’indotto, vale fino al 13% del PIL. Nasce l’ipotesi di un bonus Vacanze in Italia, con una detrazione fiscale delle spese fino a 325 euro per soggiorni di almeno tre notti presso strutture ricettive nostrane.
Turismo di prossimità
Turismo di prossimità dunque, ma come? Ipotesi, in una selva di incertezze. In primis legate alla mobilità. Dove e fino a dove infatti potremo spingerci per eventuali ferie estive? Sarà necessario ridefinire la ‘distanza sociale’ in termini vacanzieri. Tutto in ultima istanza naturalmente dipenderà dalle curve di contagio e quindi dalle conseguenti limitazioni agli spostamenti. Pare certo che almeno per giugno ci sarà la possibilità di raggiungere le seconde case. Difficile impedire ai proprietari di usufruire delle proprie abitazioni, un nodo che con l’arrivo del caldo si farà pressante, anche sul profilo fiscale. Assai complesso pretendere a lungo tributi su beni di cui non è possibile fruire.
Le ipotesi al vaglio
Ma a quale distanza e varcando quali confini sarà possibile muoversi? Già perché, anche restando in Italia, oltre alle disposizioni generali ci potranno essere limitazioni a livello regionale, sia per quanto riguarda l’accesso sia per quanto riguarda l’apertura delle strutture ricettive, dagli stabilimenti, agli alberghi, ai ristoranti, ai rifugi montani. E’ ormai evidente che a livello locale sia stato dato via libera a prepararsi alla stagione. In ordine sparso. Una professione di fede con varie proposte e progetti concreti, a partire dagli albergatori romagnoli, determinati a portare a termine una ristrutturazione lampo delle strutture in chiave di sicurezza sanitaria.
L’accesso ai litorali
Gli stabilimenti laziali discutono le modalità di una regolamentazione di accesso che garantisca le distanze, dunque ipotetico numero chiuso e lontananza accresciuta tra ombrelloni e sdraio. Forse la presenza di uno steward del bagnasciuga. Una disciplina di accesso ai litorali che bisognerà immaginare, strutturare e fare rispettare. Non solo in Lazio ma in tutta Italia. Obiettivo non facile per organi centrali e periferici in un paese che conta un affaccio sul mare lungo oltre 7 mila chilometri. L’industria di settore preme in modo sempre più impellente, il turismo è fermo, bloccato da oltre 1 mese. Le disdette per i prossimi mesi viaggiano oltre il 40 % e in mancanza di qualche certezza in più difficile che nuove prenotazioni possano arrivare. Sono diversi gli studi e gli scenari catastrofici con buchi che valgono dai 30 agli oltre 70 miliardi di euro.
Ferie brevi e nazionali
Nella migliore delle ipotesi sarà comunque un estate all’insegna di ferie brevi e ‘nazionali’. Brevi perchè in clima di profonda crisi nessuno avrà soldi e volontà per grandi spese, ‘nazionali’ perché ogni paese tenderà a tenersi i propri turisti e impedire l’arrivo di quelli stranieri, compromesso obbligato fra esigenza sociale ed economica da un parte e cautele sanitarie dall’altro. Diversi già i paesi d’altro canto che hanno prolungato la chiusura delle frontiere fino a tutto giugno. Poi si vedrà. Per il popolo delle case vacanze e affitti brevi, airbnb per intendersi, qualche speranza in più: se boom di vacanze italiche sarà, l’affitto di formule di questo tipo verrà probabilmente preferito a soggiorni in albergo.
(LaPresse)