Estorsione e rapina, arrestato. Il latitante rintracciato nel bar

E’ ritenuto vicino all’organizzazione dei Rega di Casalnuovo

NAPOLI – Lo hanno rintracciato all’interno di un bar a Melito e, dopo averlo identificato, hanno scoperto che si trattava di un soggetto ricercato. I carabinieri della tenenza di Melito di Napoli hanno arrestato Vincenzo Brassini, 44enne napoletano, ritenuto vicino al clan Rega di Casalnuovo, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Pistoia. Il provvedimento fu emesso dall’autorità giudiziaria nel luglio del 2019. Questo ha reso Brassini latitante per quasi due anni.

Secondo quanto stabilito dal tribunale l’uomo, residente a Scampia, dovrà scontare una condanna a 3 anni e 5 mesi di reclusione per i reati di rapina ed estorsione commessi a Montecatini terme nel febbraio del 2007. Brassini è stato sorpreso dai carabinieri all’interno di un bar di via Colonne a Melito. Dopo l’arresto è stato trasferito al carcere di Poggioreale. Un volto noto alle forze dell’ordine Brassini che fu coinvolto in un’inchiesta sulla mala di Casalnuovo alcuni anni fa. Droga, estorsioni, armi e ricettazione: le attività principali portate avanti dagli esponenti della cosca e scoperte dall’Arma dopo due anni d’indagine che si concluse in una serie di ordinanze nel 2011. Dal b blitz furono colpiti i Rega-Egizio, sodalizio storicamente dominante tra Castello di Cisterna e Casalnuovo, salvo poi lasciare spazio ai ‘napoletani’.

In particolare i Sarno e i Mazzarella che, nel periodo del post terremoto, hanno messo le mani su tutti i rioni di edilizia popolare della zona. Dopo la scomparsa dei ‘napoletani’, i due sodalizi ci hanno messo poco a riconquistare il vuoto di potere lasciato dalla dissoluzione dei due sodalizi criminosi. In manette finirono capi e gregari. Le accuse, a vario titolo, erano di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ed infine detenzione e porto abusivo di armi. Durante le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, i militari dell’Arma scoprirono che le due organizzazioni malavitose avevano stretto alleanze per organizzare meglio gli affari illeciti a Castello di Cisterna e Casalnuovo.

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