ROMA – “Con i casi di coronavirus è possibile posticipare una partita di 48 ore. Ma a quanto pare per un arresto cardiaco no. E penso che sia sbagliato. Non trovo un buon modo di condurre le cose e i protocolli. A volte a guidarci deve essere la compassione”. Così il ct della Danimarca, Kasper Hjulmand. torna su quanto accaduto a Christian Eriksen e alla decisione di riprendere la gara contro la Finlandia dopo l’arresto cardiaco che ha messo in pericolo la vita del centrocampista dell’Inter. Il tecnico ha dunque intensificato le critiche alla UEFA per non aver dato ai suoi giocatori la possibilità di posticipare la partita contro la Finlandia. Secondo il ct i suoi giocatori sono stati messi “in una situazione estremamente difficile”. La Danimarca ha avuto la possibilità dalla UEFA di riprendere quella sera o tornare in campo a mezzogiorno della domenica succesiva. Ciò ha portato a una rabbia diffusa in Danimarca e ad uno scontro tra la squadra e la UEFA sul fatto che i giocatori fossero stati spinti a tornare in campo così presto. E il ct fa riferimento al fatto che i nuovi protocolli sul coronavirus per Euro 2020 consentono alla UEFA di posticipare una partita di 48 ore se un certo numero di giocatori di una squadra risultano positivi.
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Euro 2020, ct Danimarca: “Per Covid 48 ore per rigiocare, non per un arresto cardiaco”
"Con i casi di coronavirus è possibile posticipare una partita di 48 ore. Ma a quanto pare per un arresto cardiaco no. E penso che sia sbagliato. Non trovo un buon modo di condurre le cose e i protocolli. A volte a guidarci deve essere la compassione".