MILANO – Se il buongiorno si vede dal mattino. Una splendida Italia travolge la Repubblica Ceca per 4-0 nell’ultima amichevole di preparazione a Euro 2020. Un viatico a dir poco entusiasmante per la nazionale di Roberto Mancini, arrivata al risultato utile consecutivo numero 27 (-3 dal record assoluto di Vittorio Pozzo). Per i ragazzi del Mancio sono anche otto vittorie di fila. Al Dall’Ara partita senza storia, Azzurri in gol nel primo tempo con Immobile e Barella poi nella ripresa arrotondano il risultato Insigne e Berardi. Per il capitano del Napoli sono otto in centri in azzurro, per il talento del Sassuolo sono invece cinque. Una prestazione di grande spessore sotto l’aspetto tecnico e tattico, con l’avversario nettamente dominato e reso quasi impotente. Donnarumma ha infatti finito per essere uno spettatore non pagante. Da segnalare nel finale l’esordio di Raspadori, l’ultima scommessa di Mancini. Chissà che non sia anche questa vincente.
Nell’ultimo vernissage Mancini schiera una Nazionale che potrebbe essere molto simile a quella che scenderà in campo l’11 giugno all’Olimpico: in porta c’è Donnarumma; in difesa Florenzi, Bonucci, Chiellini e Spinazzola; a centrocampo c’è subito Jorginho al fianco di Barella e Locatelli che prende il posto dell’acciaccato Verratti; in avanti la sorpresa è Berardi (vinto il ballottaggio con Chiesa) nel tridente con Immobile (preferito a Belotti) e Insigne. Sono rimasti a Coverciano Verratti e Stefano Sensi dove seguiranno le terapie previste. Quest’ultimo destinato a lasciare il ritiro azzurro per lasciare il posto a Pessina. Presenti sugli spalti del Dall’Ara circa 1000 spettatori.
L’Italia prova subito a prendere in mano le redini della partita con Jorginho in regia e con le iniziative di Berardi e Insigne. Proprio dopo una imbeccata del trequartista del Napoli, Immobile ha la prima buona occasione ma calcia alto di sinistro da posizione defilata. La Repubblica Ceca non sta a guardare e quando riconquista palla si distende in avanti per provare a farsi vedere dalle parti di Donnarumma. Dopo meno di venti minuti brivido sulla panchina azzurra per Bonucci, il difensore azzurro si scontra con un avversario e sembra essere costretto ad uscire per un infortunio alla gamba destra. Invece il centrale bianconero stringe i denti e resta in campo. Per l’Italia è come una scossa, perchè al 23′ Immobile sblocca il risultato con un destro sul primo palo deviato da Celutska. Il bomber azzurro cinque minuti dopo ha una ghiotta occasione per raddoppiare con un colpo di testa in tuffo su cross di Barella, di poco fuori. Prima dell’intervallo ancora Italia vicina al gol con Insigne, che calcia sull’esterno della rete al termine di un’altra bella azione manovrata rifinita da Immobile. Il raddoppio azzurro arriva meritato al 42′, firmato da Barella con un destro dal limite deviato da Brabec alle spalle del portiere Pavlenka.
Nella ripresa (iniziata con qualche minuto di ritardo per problemi all’impianto di illuminazione) subito in campo l’ex romanista Schick nella Repubblica Ceca, nell’Italia c’è invece ancora Bonucci. Segno che il problema del primo tempo era meno grave del previsto. Nell’Italia prova a salire in cattedra Insigne, più volte pericoloso e voglioso di trovare il gol. Azzurri vicini al tris anche con Berardi su punizione e poi con Chiellini in mischia su calcio d’angolo. Jorginho e compagni sono padroni del campo, con la Repubblica Ceca incapace di avvicinarsi dalle parti di Donnarumma. Dopo un’ora di gioco, Mancini richiama in panchina Chiellini, Jorginho e Spinazzola. Dentro Acerbi, Cristante ed Emserson. Il tempo di risistemarsi in campo e l’Italia cala il tris con Insigne, bravo a finalizzare di destro un assist perfetto di Immobile. Bel modo per festeggiare il 30esimo compleanno. E’ una Nazionale scatenata, al 73′ arriva anche il 4-0 firmato da un ottimo Berardi bravo e freddo a battere il portiere con un tocco mancino da centro area su assist smarcante di Insigne. Nel finale Mancini fa esordire Raspadori al posto di Immobile, dentro anche Chiesa per Berardi. Dentro anche Toloi per Florenzi. Al triplice fischio dell’arbitro, il ct azzurro può festeggiare un altro primato nella storia azzurra: otto vittorie consecutive senza subire reti. Sognare è lecito… anzi si deve.
(LaPresse)