Euro 2020, l’Olimpico apre al torneo tra emozione, show e certificati vaccinali

Foto Alfredo Falcone - LaPresse Turchia vs Italia - Euro 2020 Nella foto: coreografia in campo

ROMA – Uniti, seppur rigorosamente distanziati, in un abbraccio collettivo che veste i colori accesi della rinascita. L’Olimpico di Roma, dopo un lungo ed estenuante anno di attesa, vissuto tra speranza, angosce e segnali di ripresa, si è acceso sotto il cielo capitolino aprendo agli spettatori le porte dell’Europeo itinerante e contingentato, sognato eppure mai così sofferto. Per una notte è lui, il Colosseo del calcio, l’impianto che regalò agli Azzurri l’oro continentale nel ‘68, il simbolo universale del pallone che prova a lanciare messaggi di normalità. Ci vorrà forse un po’ di tempo per spalti pieni ma la strada appare quella tracciata.

Il torneo, tra termoscanner e ingressi ad orario, telecamere per il monitoraggio sul rispetto delle distanze e decine di varchi blindati, ha preso vita poco prima della sfida d’esordio Italia-Turchia attraverso una cerimonia di inaugurazione breve ma intensa piena di pathos, simbolismi e messaggi su volo, dall’esibizione delle ballerine ‘sospese’ e dei percussionisti al vibrante ‘Nessun Dorma” di Andrea Bocelli mentre 24 palloncini erano appesi a formare un unico grappolo, per elevare lo spirito di Euro al cielo, circondato da un’esplosione di effetti pirotecnici colorati. Niente ‘Frecce tricolori’ per evitare il rischio del distacco dei palloni a elio ancorati sul terreno.

Per assistere alla nascita di Euro2020 il pubblico si è messo in fila fin dalle 18, prima delle cinque ‘finestre’ utili di ingresso lungo i 48 varchi accessibili. Tanta euforia e mani in tasca o sul cellulare per presentare ai tornelli il proprio certificato vaccinale, di guarigione dal Covid o di negatività al tampone effettuato a ridosso dell’incontro, le tre ‘garanzie’ necessarie per poter fare ingresso allo stadio. Nessun ingorgo, nessuna attesa, solo tanta euforia per lo spettatore azzurro impaziente di tifare per la Nazionale. “Speravo de venicce prima”, chiosa uno striscione mentre testimoniando la lunga attesa mentre un altro si diverte con l’ultimo arrivato in casa azzurri, “Pomodori, cavolfiori, Raspadori”.

Era da 1805 giorni, dai rigori di Zaza e Pellè di Euro 2016, che la nazionale non prendeva parte ad un torneo importante. Sul biglietto lo spettatore aveva la fascia oraria di ingresso, una ogni mezz’ora, procedura resa necessaria per poter favorire una affluenza scaglionata evitando così al massimo corposi assembramenti. C’è chi, avvicinandosi ai tornelli dell’Olimpico, che forse mai in 58 anni di storia aveva vissuto una accoglienza così profonda, ha ceduto alle lacrime e all’emozione. ‘Non ci credo papà, troppo bello’, ha detto un bimbo con la mano stretta a quella del padre e nell’altra la bandierina tricolore.

‘Un anno di attesa ma ora ci siamo, e voglio godermela fino in fondo’, ha aggiunto un giovane tifoso invitando i suoi amici a sbrigarsi per raggiungere la pancia dello stadio intonando cori stile Germania 2006. Facce colorate, dipinte, drappi e cappellini, cori a ripetizione. E non importa se l’Azzurro non era così intenso. La capienza è stata infatti fissata a 15.948 posti, il 25% dell’impianto come dice la deroga firmata dalla sottosegretaria Valentina Vezzali ma oltre la metà del pubblico, circa il 60%, ha comprato il biglietto all’estero con Germania (dove è nutrita la comunità turca), Francia e Austria in prima fila.

Settemila i tagliandi venduti in Italia, E una larga percentuale dei tifosi turchi che hanno acquistato il biglietto in pre-Covid sono dovuti restare a casa visto che il Paese è tra quelli che prevedono l’isolamento di 14 giorni. Lo stadio è stato diviso in blocchi, telecamere apposite verificano il rispetto delle distanze tra uno spettatore e l’altro e anche le tribune d’onore hanno subito una riduzione di posti. Non più di 50 poltrone disponibili su 125.

Presente, oltre alle massime autorità dello sport italiano, da Gravina a Malagò, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che manca dall’Olimpico da due anni ma che ha sempre ascoltato i protagonisti di un settore colpito dalla pandemia. ‘We are the people’, è il titolo della canzone ufficiale di Euro 2020 firmata da Martin Garrix, con la collaborazione di Bono e The Edge . Che la festa del calcio cominci.(LaPresse)

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