MILANO – Il cielo di Baku si tinge di ‘blues’. Il derby londinese premia il Chelsea, che cala il poker (4-1) sul malcapitato Arsenal in una finale di Europa League spumeggiante, degno antipasto dell’altra sfida tutta inglese, quella in Champions League, che chiuderà la stagione a livello di club sabato al Wanda Metropolitano di Madrid.
E’ la vittoria di Maurizio Sarri, che rende straordinaria una già di per sé buona stagione mettendo la ciliegina sulla torta con un trofeo internazionale che a Londra mancava dal 2013. Se sarà addio – con tanto di clamoroso ritorno in Italia alla Juve – è presto per dirlo, ma di certo i risultati parlano per l’ex tecnico del Napoli, primo allenatore italiano a imporsi in Europa dai tempi della ‘Decima’ conquistata da Carlo Ancelotti al Real Madrid nel 2014: terzo posto in campionato dietro le imprendibili City e Liverpool, finale di Coppa di Lega persa ai rigori, trionfo di Baku domando gli acerrimi rivali biancorossi.
Oltre a Sarri, che festeggia il suo primo trofeo a 20 anni esatti dal successo del Parma di Malesani, ultimo italiano a trionfare nella defunta Coppa Uefa, l’altro uomo copertina del successo dei ‘blues’ è Eden Hazard, autentico trascinatore – non solo per la doppietta – in quella che con ogni probabilità è stata la sua ultima partita con gli inglesi. Lo aspetta il Real Madrid, che ha deciso di ripartire da lui per la rifondazione estiva.
L’Arsenal si sgretola nella ripresa dopo un ottimo primo tempo
Quando i Blues hanno iniziato a fare sul serio i Gunners si sono arenati, subendo tre reti nel giro di un quarto d’ora – la splendida torsione aerea del grande ex Giroud, l’immancabile acuto in finale di Pedro, il rigore trasformato dal glaciale Hazard – per poi incassare il poker che ha messo la parole fine al match dal solito Hazard, giusto tre minuti dopo la gemma da fuori area di Iwobi, utile giusto per dar l’illusione di una rimonta impossibile anche nei pensieri dei tifosi biancorossi più ottimisti.
E’ una sconfitta pesante i londinesi per proporzioni e per conseguenze
Il mago Emery, specialista d’Europa League come dimostrano i tre trionfi alla guida del Siviglia, non è riuscito a portare a nord di Londra un trofeo internazionale che sarebbe stato fondamentale nel progetto di crescita dell’Arsenal. Come se non bastasse, sfuma in extremis anche l’opportunità di rientrare dalla finestra alla fase a gironi di Champions League dopo aver mancato i primi quattro posti in Premier League.
Nella fase iniziale di studio è l’Arsenal a far una più bella figura
I Gunners sugli esterni sanno far male, soprattutto con Kolasinac, ma quando il Chelsea inizia a prender campo trovando le contromisure al pressing avversario arrivano i primi campanelli d’allarme per Cech. Che salva prima sulla botta centrale di Emerson Palmieri, poi sulla rasoiata rasottera di Giroud, respinta a mano aperta.
La ripresa certifica quello che la coda dei primi 45′ ha lasciato intravedere
La pennellata di Emerson Palmieri viene convertita in rete da Giroud, che non esulta contro la sua ex squadra nonostante la splendida girata di testa. L’Arsenal sbanda e viene punito ancora al 15′, con una splendida azione corale in pieno stile ‘Sarriball’. Jorginho recupera palla, Kovacic serve Hazard che inventa in mezzo per Pedro che chiude sul secondo palo e si conferma letale nelle finali (nove gol per lui).
Nella notte da sogno del Chelsea manca l’acuto del campione al passo d’addio. Ma l’ingenuo fallo in area di Maitland-Niles su Giroud gli consente di sbloccarsi su rigore. E di calare anche il poker che spegne gli ultimi ardori avversari dopo il momentaneo 3-1 di Iwobi. Roman Abramovic, per la prima volta in tribuna in stagione ad ammirare la sua squadra, avrà apprezzato sicuramente. Probabilmente Andrea Agnelli avrà fatto lo stesso.
(LaPresse)