Di Alberto Zanello
Torino, 11 mar. (LaPresse) – Il Milan non muore mai. Neanche con mezza squadra fuori e contro una delle favorite per la vittoria finale dell’Europa League. Il colpo di testa di Kjaer in pieno recupero regala un pareggio preziosissimo ai rossoneri contro il Manchester United, seconda forza della Premier League che dopo l’1-1 di Old Trafford fa un po’ meno paura. Non solo per il risultato favorevole a Romagnoli e compagni, ma per come è maturato nel corso dei 90 minuti. Se gli ospiti hanno acciuffato il pari all’ultimo respiro, è altrettanto vero che – per la mole di occasioni create – non avrebbero meritato di lasciare l’Inghilterra da battuti. E tra sette giorni nella partita di ritorno si presenteranno con maggiore fiducia per andare a caccia dei quarti di finale. Un obiettivo, non più un sogno.
Pioli è ancora costretto a fare a meno di diversi titolari, ma come contro il Verona la risposta dei suoi ragazzi, pur in emergenza, è encomiabile. L’ex Dalot sfreccia sulla corsia mancina, Meitè non sfigura accanto al sontuoso Kessiè, davanti mancano Ibra, Rebic e Calhanoglu ma il Diavolo sa come impensierire la retroguardia inglese. I due gol annullati ai rossoneri in poco più di dieci minuti (Leao viene pescato in fuorigioco, Kessié controlla il pallone con il braccio prima di scaricarlo in rete con una magia) non permettono agli ospiti di sbloccare la partita ma mettono paura ai Red Devils, che faticano a trovare ritmo e campo. Martial non riesce a far salire la squadra, Bruno Fernandes resta ingabbiato nella pressione avversaria. L’undici di Solskjaer si fa notare poco ma crea comunque la miglior palla gol dei primi 45′: sugli sviluppi di un calcio d’angolo la palla finisce sul secondo palo a Maguire che svirgola da due passi e centra il palo a porta sguarnita.
Nella ripresa il tecnico norvegese cambia il terminale offensivo e la mossa si rivela subito azzeccata. Diallo prende il posto di uno spento Martial e dopo cinque minuti cambia la storia dle match: l’ex baby dell’Atalanta approfitta di una incomprensione tra Tomori e Dalot – sul pregevole lancio di Bruno Fernandes – per battere di testa Donnarumma. Il Milan dopo un momento di blackout si riorganizza e torna a far male alla retroguardia inglese, anche se l’assenza di un bomber di razza dentro l’area (Leao non lo è e non brilla) penalizza i ragazzi di Pioli. Krunic di testa sovrasta Wan-Bissaka ma manda a lato, poco prima Henderson si fa trovare pronto sulla conclusione sul primo palo dell’instancabile Kessiè. Ci prova, senza fortuna, anche Saelemaekers. Il Diavolo si sbilancia e concede qualcosa dietro, ma James manca il colpo del ko a porta vuota sulla bella giocata di Greenwood. Pioli prova ad attingere dalla panchina ma la scossa non arriva. E proprio quando il Milan sembra ormai spacciato arriva la zuccata di Kjaer, in pieno recupero, la prima gioia stagionale nel momento del bisogno. La supersfida con il Manchester United si deciderà tra una settimana a San Siro, nella tana del Diavolo. E i rossoneri partono tutt’altro che battuti.