MILANO – Le elezioni che ridisegneranno il volto dell’Europarlamento sono sotto particolare osservazione anche per possibili risvolti nazionali. In questa maxi-tornata elettorale che vede al voto scaglionati 28 Paesi, la più grande consultazione democratica al mondo dopo quella delle legislative in India, è attesa un’ascesa di movimenti nazionalisti e populisti. A discapito dei due gruppi più importanti del Parlamento europeo, cioè il Partito popolare europeo (Ppe) di destra e il Partito socialista europeo (Pse) di sinistra. In che misura sarà da vedersi.
Macron e il confronto-scontro con Le Pen
Dalla Francia di Emmanuel Macron in cui Marine Le Pen ha il vento in poppa, all’Austria che ha dovuto pianificare in fretta e furia elezioni anticipate per settembre dopo il video-scandalo che ha travolto l’estrema destra FPÖ portandola fuori dal governo conservatore di Sebastian Kurz, sono diversi i Paesi su cui i riflettori sono accesi. Occhi puntati anche sulla Germania, dove la tenuta dei conservatori di Angela Merkel non pare in dubbio. Ma una sorpresa potrebbe arrivare dai Verdi se riuscissero a ottenere un secondo posto.
Si prevede una batosta per i Tory della premier May
Nel Regno Unito, che ha cominciato a votare per primo giovedì insieme all’Olanda, si prevede una batosta per i Tory di Theresa May, con i sondaggi che li danno al 7%, come pure per il Labour. Mentre a trionfare sarebbe Nigel Farage con il suo Partito della Brexit. Non sono attese sorprese dall’Ungheria di Viktor Orban, il cui partito Fidesz è stato sospeso dal Ppe ma che si prevede manterrà la maggioranza. Mentre il vero Paese in controtendenza in Europa pare la Spagna. Il premier socialista Pedro Sanchez, già vincitore delle elezioni anticipate di fine aprile (seppur ancora senza un nuovo governo) dovrebbe uscire rafforzato dalla tornata elettorale di domenica.
La coalizione di destra in ottica Europee
In Francia il testa a testa tra la formazione di Macron e i nazionalisti di Le Pen, che aspira ad allearsi con le destre riunite intorno a Matteo Salvini, fa ventilare l’ipotesi di un maxi-rimpasto di governo. Se alle europee dovesse esserci un sorpasso di Le Pen (ormai gli ultimi sondaggi danno il Rassemblement national con un vantaggio compreso fra 0,5 e 3 punti su Macron), questo non potrebbe restare senza conseguenze interne e qualcuno mette in dubbio, in questa eventualità, la permanenza di Edouarde Philippe a Matignon.
Lo scandalo dell’FPO
L’Austria attende un crollo di almeno cinque punti della destra euroscettica dell’FPÖ, uscita pochi giorni fa dal governo travolta dal cosiddetto Ibizagate, il video-scandalo del suo leader Heinz-Christian Strache su presunti legami con la Russia. Ma il partito potrebbe comunque aggiudicarsi il terzo posto, dopo i conservatori ÖVP di Kurz che crescerebbero e dopo i socialdemocratici SPÖ.
L’estrema destra non avrebbe invece un boom in Germania. Qui il partito xenofobo ed euroscettico AfD, dopo l’ascesa con l’ingresso nel Parlamento nazionale con le elezioni di fine 2017, sarebbe al terzo posto. Al primo è prevista la Cdu di Merkel. Mentre la vera corsa è per il secondo posto, conteso fra i Verdi e i socialdemocratici Spd in piena crisi di identità. La formazione ecologista, dopo l’exploit in diverse consultazioni regionali, potrebbe riuscire nell’impresa anche sull’onda del successo degli scioperi sul clima guidati dalla 16enne svedese Greta Thunberg.
L’Ungheria di Orban
Nell’Ungheria in cui Orban ha incentrato la campagna elettorale sulla denuncia delle istituzioni Ue, i sondaggi danno il suo partito Fidesz fra il 50% e il 54%. Facendo prevedere che il premier rafforzerà la sua posizione nel Paese e il suo status di figura chiave dell’estrema destra europea. L’unica suspence è dunque sul secondo posto: a giocarselo saranno il partito di estrema destra Jobbik e diversi partiti di sinistra.
I socialisti potrebbero rafforzarsi in Spagna
Quanto alla Spagna, i sondaggi danno il Psoe di Sanchez intorno al 30%. Un risultato che darebbe ai socialisti l’opportunità di aumentare l’influenza di Madrid sul piano Ue. Risparmiata dall’ascesa degli euroscettici, secondo tre sondaggi realizzati fra il 17 e il 20 maggio la Spagna assegnerà il secondo posto ai conservatori del Partito popolare. Il terzo ai liberali di Ciudadanos, il quarto a Podemos e infine un 6,8%-8,5% all’estrema destra di Vox.
(LaPresse/di Chiara Battaglia)