ROMA – Ragione e sentimento, cuore e una buona dose di umiltà per un pareggio che tiene vive le speranze di qualificazione alla seconda fase dell’Europeo. L’Italia femminile, dopo il tonfo di Rotherham contro la Francia, trova le forze per non farsi travolgere dalla paura e dalla tensione pareggiando 1-1 contro l’Islanda un match che dopo il primo tempo la vedeva fuori dalla competizione. E’ servita la forza d’urto di due colonne portanti come Bonansea e Girelli, entrate nella ripresa, per scuotere le Azzurre e ridare energia ad una squadra che dopo aver subito il gol a freddo delle islandesi con Vilhjalmsdottir dopo appena tre minuti, sembrava sbattere contro un muro senza trovare una via d’uscita. E’ bastato un guizzo di Bonansea con un assist per la Bergamaschi per riprendere al 62′ in mano il match che le azzurre hanno negli ultimi venti minuti dominato. E’ mancato il colpo del ko e un po’ di fortuna (palo di Bonansea e altre due nitide occasioni fallite di un soffio) ma il pareggio finisce per essere quantomai prezioso. Ora contro il Belgio la sfida verità. Con una vittoria il passaggio del turno è possibile (anche se c’è da sperare nelle transalpine stasera impegnate contro il Belgio). “Sappiamo che dobbiamo fare almeno 4 punti per passare il girone, le ragazze sono state brave, hanno subito un gol a freddo portandosi dietro i cinque gol subiti contro la Francia e rischiavano di farsi trascinare dalla partita. A livello psicologico non era facile”, ha dichiarato il ct Milena Bertolini, soddisfatta dalla reazione delle Azzurre “Il gol? E’ grazie al lavoro collettivo della squadra, quando sono riuscite a fare quello che sanno fare palla a terra hanno messo in difficoltà le avversarie, è il risultato del cuore messo in campo”, ha aggiunto.
Per le Azzurre, schierate con il 4-4-2 proposto al Mondiale, la partita parte subito in salita. Su una lunga rimessa laterale, Vilhjalmsdottir approfitta a centro area di una difettosa respinta e batte Giuliani firmando il vantaggio delle islandesi. L’Italia fatica a scuotersi, rischia in un altro paio di circostanze di subire l’immediato raddoppio e ha bisogno di almeno un quarto d’ora per ricompattarsi e iniziare la fase della risalita. C’è però poca precisione nei passaggi e scarsa qualità nella manovra con troppe palle lunghe in verticale che facilitano il lavoro difensivo delle avversarie. La squadra con il passare dei minuti pur crescendo in fiducia non riesce a rendersi pericolosa e solo al 19′ arriva il primo squillo con un tiro da fuori area di Caruso da buona posizione al termine di un’azione tutta in velocità. Serve concretezza e maggiore qualità nella fase di rifinitura per uscire dal tunnel. Al 26′ Piemonte non impatta bene la palla, svirgolando da buona posizione, poi ci prova Bergamaschi ma senza fortuna. L’Italia è stabilmente davanti senza però trovare il varco giusto per arrivare alla conclusione. Troppi i cross dalla trequarti poco costruttivi e diversi i lanci sbagliati in profondità. Le Azzurre sono chiamate ad un cambio di passo anche perché l’Islanda si chiude bene in difesa. Nella ripresa il ct Bertolini si affida all’esperienza di Bonansea e Girelli e l’Italia cambia volto. Trova fiducia, è più aggressiva e determinata e al 62′ arriva il gol di Bergamaschi che sfrutta un cross basso di Bonansea. Il piano del match cambia inclinazione. L’Italia domina, colpisce il palo ancora con Bonansea e sfiora la rete con una conclusione di Simonetti, tra le migliori delle azzurre. E’ un assedio ma la porta appare stregata. Un punto può bastare per sperare e sognare ancora.
(LaPresse)