Facebook, News Corp attacca la Silicon Valley: “Effetti dannosi sul giornalismo”

Invocato un board per la revisione degli algoritmi

NEW YORK (Domenico Cicalese) – Continua il braccio di ferro tra News Corporation –  chiamata anche ‘gruppo Murdoch’ – e l’universo di Mark Zuckerberg. Oggetto della contesa e dei dibattiti la storia relativa allo scandalo di un mese fa, ovvero la raccolta dei dati e sulla trasparenza, operata da Facebook per la quale il fondatore del social network ‘blu’ ha sostenuto un processo/audizione l’11 aprile scorso al Congresso in cui ha ammesso le sue responsabilità.

La campagna contro Facebook

L’amministratore delegato di News Corp, Robert Thomson, ha ‘usato’ a conference call per la presentazione dei conti trimestrali come escamotage e occasione per ribadire, ancora una volta, la sua campagna contro Facebook. Campagna peraltro promossa dal CEO Rupert Murdoch, fondatore dell’omonima cordata mediatica. Thomson non ha usato mezzi termini nell’attacco frontale all’universo di Zuckerberg, e ha parlato degli effetti dannosi che piattaforme come Facebook e Google hanno avuto sul giornalismo. La sua ‘missione’ sta raccogliendo molti proseliti, soprattutto da parte di altre società editrici e governi. Almeno questo è quanto sostiene Thomson.

News Corp suggerisce la soluzione

Un modo per evitare la raccolta ‘selvaggia’ di dati ci sarebbe, secondo il numero uno di News Corporation. Come? Basterebbe creare un “board per la revisione degli algoritmi – sostiene Thomson – L’ammontare dei dati raccolti da Facebook, Google e Amazon mette in evidenza come i governi hanno ragione a considerare l’istituzione di un board per la revisione degli algoritmi che, se propriamente concepito, offrirà la necessaria trasparenza.
 Gli algoritmi sono già potenti e sono destinati a esserlo ancora di più. Il loro potenziale per distorcere le informazioni deve essere capito meglio e monitorato”. Il patrimonio di News Corp è in leggero (ma sostanziale) calo: il gruppo ha il terzo trimestre dell’esercizio fiscale con perdite per 1,13 miliardi di dollari, legate alla svalutazione del suo investimento australiano in Foxtel. I ricavi sono saliti del 6% a 2,1 miliardi di dollari, sopra le attese degli analisti, che scommettevano su 1,99 miliardi di dollari.

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