CASAL DI PRINCIPE – Fortunatamente lontani i tempi in cui gli investigatori, un giorno sì e l’altro pure, bussavano alle porte della casa comunale per prendere atti ed indagare sulle ingerenze della mafia nella politica locale. Azioni che rappresentano un passato, pericoloso e poco edificante, dal quale l’amministrazione, dal 2014 guidata dal sindaco Renato Natale, con forza e sacrificio, sta cercando di riscattarsi. Recentemente, però, i carabinieri sono tornati a farsi vivi in municipio per prendere il cellulare di un dipendente su disposizione della Procura di Napoli Nord (smartphone che avrebbero restituito al legittimo proprietario dopo alcuni giorni).
Il perché di questa incursione, almeno per ora, non è noto. Dato che l’attività investigativa è coordinata dagli inquirenti normanni, però, si può già dire con sicurezza che il tema finito sotto la lente dei magistrati non ha attinenza con la criminalità organizzata (se ci fosse stato soltanto un lontano odore di mafia l’inchiesta sarebbe stata affidata alla Procura distrettuale di Napoli).
Certezze sull’oggetto dell’indagine, quindi, non ci sono, ma il vociare che le ruota intorno è consistente: e ascoltandolo si apprende che i militari dell’Arma si starebbero dedicando all’Ufficio del personale. Sotto la loro lente, a quanto pare, ci sono alcune procedure di stabilizzazione messe in atto dal settore negli ultimi mesi. E’ verosimile che l’inchiesta sia scattata a seguito dell’esposto presentato da una ex dirigente prima di lasciare Casal di Principe e trasferirsi presso un altro Ente. “Per quanto ne sappia io il Comune, in merito alle stabilizzazioni, ha agito in modo corretto. L’amministrazione è tranquilla. L’indagine – ha commentato il sindaco Renato Natale – farà il suo corso”. Ad ogni modo, al di là dell’argomento che sta trattando, l’inchiesta è alle battute iniziali e il lavoro dei carabinieri potrebbe anche non ravvisare profili di illiceità nelle condotte del personale dell’Ente. Insomma, serve tempo.