Fastweb, i call center della Romania rientrano in Italia

La scelta dell'azienda milanese a seguito di un protocollo firmato il 4 maggio

ROMA (Francesco Biondi) – Una decisione importante, un annuncio che in tanti speravano di poter ascoltare in questi giorni. A darne notizia è stato il Ministero dell’Economia che ha ufficializzato la decisione di Fastweb di far rientrare la propria attività di call center oltre confine nel territorio italiano. A chi non è capitato di interloquire con un call center e, nel caso specifico, con un operatore straniero. Una pratica molto diffusa per le aziende soprattutto nel settore della telefonia che ha sempre creato diversi disagi. 

UNA SCELTA ECONOMICA DISCUSSA NELLE AULE MINISTERIALI

Motivi economici alla base della scelta delle multinazionali del settore che finiscono per ripercuotersi su un corretto svolgimento del servizio. Una tematica, questa, che è stata affrontata anche a livello ministeriale e che ha portato alla firma di un protocollo di autoregolamentazione lo scorso 4 maggio da parte di Fastweb. Il colosso della telefonia a seguito di tale accordo ha infatti stabilito di combattere concretamente la delocalizzazione dei propri call center. E per questo motivo ha dato vita ad un’attività di ‘reshoring’ che si concretizzerà nello spostamento di queste attività dalla Romania ad alcune regioni del Sud Italia. 

CAGLIARI E LECCE LE DESTINAZIONI SCELTE 

Nello specifico l’azienda milanese ha stabilito che saranno la Puglia e la Sardegna ad ospitare quelle attività prima svolte oltre confine. Cagliari e Lecce sono pronte dunque ad accogliere nuove sedi dell’importante marchio di telefonia per la gioia di chi ha sempre sostenuto l’importanza di ‘nazionalizzare’ il settore in riferimento alle attività di call center. Dagli uffici di Milano hanno voluto specificare che questa attività prossima alla realizzazione rappresenta concretamente la volontà di combattere e vincere la battaglia nei confronti della delocalizzazione dei call center. E questo garantirà anche un rilancio economico in termini di posti di lavoro. Al momento, infatti, nelle strutture in Romania lavorano circa 200 operatori, un numero che verrà a breve trasferito nel nostro meridione.

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