L’imprenditore Nicola Negro, attivo nel settore dei pellami e delle calzature, dovrà dire addio ad alcuni dei suoi immobili, auto e quote societarie. La prima sezione penale della Cassazione ha confermato e reso irrevocabile la confisca disposta dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere il 16 giugno 2010. Gli agenti della sezione Anticrimine della Questura di Caserta apposero i sigilli a dei depositi situati a Portico di Caserta, a una villa a Capodrise, a una casa a Sessa Aurunca e a due vetture di grossa cilindrata, oltre a polizze assicurative e conti bancari. Si tratta di beni intestati direttamente a Negro o a dei suoi familiari.
La misura di prevenzione venne innescata dall’indagine che trascinò a processo Nicola Negro, oggi 64enne, per favoreggiamento con l’aggravante mafiosa. Nella sua abitazione venne trovato e arrestato dalla Squadra mobile di Caserta uno storico affiliato al clan Belforte. Gaetano Piccolo ‘o ceneraiuolo, al momento recluso al 41 bis. Era l’estate del 2007. Il processo di primo grado si concluse con l’esclusione dell’aggravante mafiosa e in Appello ci fu la dichiarazione del reato estinto per prescrizione. Nonostante in sede penale non abbia riportato condanne per mafia, la Procura aveva chiesto ed ottenuto la confisca di alcuni suoi beni ritenendoli non proporzionati ai redditi.
Gli avvocati Giuseppe Stellato e Gianluca Giordano si erano rivolti alla Cassazione per ottenere l’annullamento della confisca. La Cassazione ha dichiarato inammissibili entrambi i motivi del ricorso.