Ferragosto, Confindustria Alberghi: 90% delle camere occupate ma preoccupa il caro energia

Un'estate e in particolare un agosto e un Ferragosto, quelli di quest'anno, che sono come un balsamo per il settore alberghiero e turistico, dopo le 'ferite' di oltre due anni di pandemia. Anche se il caro energia e dei generi alimentari resta un fattore molto critico.

©FIORE SILVIO/LAPRESSE

MILANO – Un’estate e in particolare un agosto e un Ferragosto, quelli di quest’anno, che sono come un balsamo per il settore alberghiero e turistico, dopo le ‘ferite’ di oltre due anni di pandemia. Anche se il caro energia e dei generi alimentari resta un fattore molto critico. E’ la situazione sintetizzata con LaPresse da Maria Carmela Colaiacovo, presidente dell’Associazione italiana Confindustria Alberghi. Le ultime rilevazioni in questi giorni indicano un dato medio di tasso di occupazione delle strutture in Italia a Ferragosto, a livello nazionale, “al 90%”: un dato che si attesta “a valori uguali al pre Covid”. Si preannuncia così un “tutto esaurito” in molte zone turistiche del Belpaese, è il quadro delineato dalla presidente della associazione italiana Confindustria Alberghi.

“I tassi di occupazione delle strutture alberghiere – spiega Colaiacovo a LaPresse – si sono rivelati molto soddisfacenti, soprattutto nelle città d’arte, dove il turismo aveva sofferto di più, e dove ora, invece, sta dando risultati molto positivi anche nel periodo estivo. Top performer è Napoli con un tasso di occupazione al 91%, Roma è attorno all’80%, Firenze al 77%. Si tratta di dati già rilevati due mesi fa e che stanno reggendo anche ad agosto, mese in cui in genere le città d’arte registravano delle flessioni.

Toni di soddisfazione anche per le altre località turistiche, “il mare che fa da regina, come la montagna, favorita dalle alte temperature avute a luglio e ancora in questi giorni”.

Agosto 2022, iniziato sotto ottimi auspici per gli albergatori italiani, non ha tradito le aspettative. “Si registrano – spiega Colaiacovo – prenotazioni molto vicine al tutto esaurito per la maggior parte delle destinazioni e con un ‘sold out’ che si profila a Ferragosto per numerose mete iconiche italiane, come la costiera amalfitana, le Dolomiti e molte altre ancora”.

Secondo l’associazione, a giugno-luglio i risultati erano stati allineati ai livelli pre-Covid per il 62% delle strutture ricettive associate e persino superiori al 2019 per il 47%. “Del resto – sottolinea la presidente – la volata era partita già ad aprile”.

Per agosto il fenomeno che spicca ancor di più sono gli stranieri, mancati per due anni. Ora hanno voglia di Italia, e le loro prenotazioni stanno tornando ai livelli pre Covid. “Gli americani quest’anno fanno la parte del leone, in luoghi iconici come la costiera amalfitana, le città d’arte, come Venezia e Firenze, la Sicilia”, spiega Colacaiovo. Il turismo internazionale, che negli ultimi due anni era in gran parte venuto meno, ha messo il turbo al settore.

Luci forti, che si vedono finalmente in fondo al tunnel pandemico, ma anche qualche ombra. “Ci preoccupano i prossimi mesi – evidenzia Colaiacovo – e soprattutto gli alti costi dei beni alimentari e di quelli energetici, che hanno cominciato a salire da dicembre scorso. Costi che fino a 2 anni fa sui bilanci pesavano intorno al 6% e oggi incidono per il 15%”.

Sul caro vacanze, la presidente di Confindustria Alberghi ammette che un aumento dei prezzi degli hotel del 10-20%, a seconda delle strutture e delle destinazioni, c’è stato ed “era inevitabile”, anche alla luce dei rincari di energia e alimentari, ma “non va dimenticato che il settore è reduce da due anni di completo fermo, con una flessione dei prezzi negli ultimi due anni.

Gli imprenditori turistici hanno anche il problema di reperire personale: “da anni c’era il problema della mancanza di lavoratori in questo settore, come in altri, ma il Covid la ha acuita soprattutto nelle strutture alberghiere stagionali”.

Le imprese del turismo hanno una esigenza e la faranno presente anche al prossimo governo, qualunque esso risulterà essere dopo le elezioni di settembre: bisogna agire sul taglio del costo del lavoro – dice Colaiacovo a LaPresse – e quindi serve un taglio del cuneo fiscale, tutte le aziende, ma in particolare quelle turistiche, che muovono intere filiere, hanno necessita di questa spinta”.

Di Laura Carcano

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