MILANO – Ferrari ha un nuovo volto manageriale: il Cavallino Rampante ha nominato Benedetto Vigna amministratore delegato, dopo che a dicembre si era dimesso Louis Camilleri. Vigna è un fisico lucano con 26 anni di esperienza nel settore dei semiconduttori. Attualmente è responsabile del gruppo analogici, Mems e sensori di Stm, oltre ad essere membro del comitato esecutivo. Il manager prenderà il comando della Casa di Maranello a partire dal 1 settembre.
Il benvenuto a Vigna
Non nasconde il suo entusiasmo il presidente di Ferrari John Elkann: “Siamo felici di dare il benvenuto a Benedetto Vigna come nostro nuovo amministratore delegato. La sua profonda conoscenza delle tecnologie che guidano gran parte del cambiamento della nostra industria, le sue comprovate capacità di innovazione, l’approccio imprenditoriale e la sua leadership rafforzeranno ulteriormente Ferrari scrivendo nuovi capitoli della nostra storia irripetibile di passione e performance nell’era entusiasmante che ci attende”.
Soddisfatti gli analisti
A essere positivi sono anche gli analisti. La nomina piace in particolare agli esperti di Equita, secondo cui la notizia sarebbe “positiva” perché elimina “un fattore di incertezza che durava da parecchi mesi”. Anche se Vigna non ha “esperienza diretta nel mondo del lusso o dell’auto – proseguono -, il suo track record di successo e il suo background contribuiranno a rafforzare la leadership tecnologica e la capacità di innovazione del gruppo”. Equita ricorda che per capire l’impronta del nuovo ceo bisognerà aspettare il nuovo piano strategico la cui presentazione è prevista nel 2022. Nel frattempo Equita mantiene su Ferrari un rating ‘hold’ (tenere in portafoglio ndr) con prezzo obiettivo di 166 euro.
Ferrari chiude in rosso
Meno fiduciosa Piazza Affari, dove il titolo del Cavallino chiude in rosso del 2,65% a 174,80 euro. Reagisce bene alla notizia invece Stmicroelectronics che sale dell’XX% in area XX euro. Anche se, sempre secondo Equita, l’uscita di Vigna può rappresentare un fattore negativo. “Vediamo la notizia come negativa per Stm – commentano ancora gli esperti – considerando che la divisione Analogici, Mems e Sensori (di cui Vigna rimarrà presidente fino a fine agosto) rappresenta la maggiore divisione del gruppo, con il fatturato che è più che raddoppiato negli ultimi cinque anni, e poiché riteniamo che la società debba affrontare un periodo di transizione tecnologica nel suo business Imaging con il maggiore cliente (Apple)”.
Le ipotesi
Si susseguono intanto rumors riguardo una possibile aggregazione tra Ferrari e un altro marchio del lusso made in Italy: Armani. Secondo Il Sole 24 Ore, in particolare, l’ipotesi di un accordo è stata presentata da alcune banche d’affari a Exor – primo azionista di Ferrari, holding controllata dalla famiglia Agnelli – e anche a John Elkann. Exor e lo stilista avrebbero però al momento declinato l’offerta. L’ipotesi rimane comunque attraente negli ambienti finanziari e implicherebbe il conferimento della Giorgio Armani alla Ferrari e un’operazione di aumento di capitale riservato da parte del gruppo di Maranello per consentire l’ingresso di Armani nell’azionariato. La quota, scrive ancora il quotidiano finanziario, potrebbe essere compresa tra il 15% e il 20%.
(AWE/LaPresse)