Fi mette da parte i Cesaro. Berlusconi pensa al listone

Anche Pentangelo e De Siano si separano dagli amici di sempre: è strappo

NAPOLI (Mauro Mancuso) – Separazione forzata in Forza Italia, gli storici alleati di Luigi e Armando Cesaro hanno dovuto fare una scelta tra ‘l’amicizia’ e la permanenza nel partito e hanno scelto il partito. Il coordinatore regionale Domenico De Siano e quello provinciale di Napoli Antonio Pentangelo stanno affiancando l’eurodeputato Fulvio Martusciello nell’organizzazione della convention che si terrà a breve e che vedrà il leader maximo Silvio Berlusconi tornare a Napoli dopo molto tempo. Stando a voci di partito, dall’organizzazione sono stati esclusi i Cesaro. Una cosa prevedibile considerate le dichiarazioni del vicepresidente Antonio Tajani di qualche settimana fa che parlando dell’ex capogruppo in consiglio regionale diceva: “Chi non lavora per il partito, si pone al di fuori del partito”. Una frase sibillina che suona più come un avvertimento e che come un’espulsione. Del resto Fi non ha mai ‘cacciato’ nessuno dal partito. Ma ciò non toglie che i Cesaro, soprattutto Armando, saranno a breve chiamati ad una scelta, giurare fedeltà alla casacca azzurra o indossarne una nuova. Le porte di Italia Viva sono aperte e il forzista ha già avuto modo di dare una mano ai renziani, seppur lavorando dietro le quinte, durante le Amministrative a Napoli. Le elezioni rappresentano il momento della verità. Alle Amministrative e in vista delle Politiche qualcuno resterà in Fi e altri probabilmente se ne tireranno fuori. Che l’arrivo di Berlusconi in Campania possa servire ad una riappacificazione? De Siano e Pentangelo ci sperano, ma nel frattempo lavorano per rafforzare il partito e soprattutto l’alleanza con la Lega anche in Campania. L’asse tra azzurri e salviniani rinsaldato dall’esperienza condivisa all’interno della maggioranza di governo, va rinsaldato anche sui territori e poco importa se Fdi, il partito di Giorgia Meloni, resta sulle sue posizioni all’interno della coalizione destrorsa. Tant’è che, al di là degli strappi tra leader a Roma, al momento sembra che anche a livello locale si stia facendo poco per rinsaldare la coalizione. Mentre Fi e Lega discutono di un listone comune con cui correre alle elezioni, Fdi tira dritto e non mostra interesse ad una ‘fusione’. Che si tratti di un listone di natura prettamente elettorale o di creare una federazione destrorsa, poco importa. I ‘fratellini d’Italia’ rivendicano la propria indipendenza e la propria coerenza. Cosa che sul piano del consenso, visti i sondaggi, sembra dargli ragione. Ma ogni decisione definitiva rispetto al da farsi dipenderà per tutti dal tipo di legge elettorale con cui si voterà l’anno prossimo. La Meloni propende per un sistema maggioritario, gli alleati per il proporzionale. E questo, stando a voci interne al centrodestra, non è un caso. Pare che Lega e Fi siano pronti ad assecondare Pd e M5S sul proporzionale per arginare l’ascesa della Meloni e anche per avere maggiori possibilità di piazzare i propri uomini in Parlamento. La riduzione del numero di parlamentari rappresenta una spada di Damocle per tutti e, fino all’ultimo, il tentativo dei partiti sarà quello di confermare almeno gli uscenti. Fatta eccezione per Fi che tenendo fuori i Cesaro, a cui c’è la possibilità si aggiunga il deputato Paolo Russo reo di aver sostenuto in Città metropolitana una lista non di Fi, libera qualche spazio. Quello che potrebbe subito essere occupato da chi come Martusciello e il capo dell’opposizione Stefano Caldoro punta a Roma.
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