Fi, Toti minaccia ma non lascia. “La resa dei conti ci sarà, per ora è solo rinviata”

Foto Nicola Vaglia/ LaPresse Nella foto: Giovanni Toti

ROMA – La resa dei conti ci sarà, per ora è solo rinviata. Silvio Berlusconi rientra a Roma da Strasburgo, lascia il dossier europeo e riprende in mano quello più caldo di Forza Italia. Il rinnovamento nel partito è ‘avviato’ ma sono tante le guerre interne tra chi questo rinnovamento lo vorrebbe, però non troppo invasivo, e chi invece come Giovanni Toti spinge per una vera e propria rivoluzione d’ottobre.

Il vertice a palazzo Grazioli si tiene in tarda mattina, con il Cav che ha convocato sia Toti che Mara Carfagna. Le premesse però non sono delle migliori. Il governatore della Liguria, prima di varcare la soglia della residenza romana del leader azzurro, tira la bordata: “Ritengo che Forza Italia debba cambiare se stessa, fare una rivoluzione culturale, bombardare il quartier generale. E’ evidente che questa classe dirigente ha perso credibilità e le nostre idee hanno perso appeal”.

L’ex premier non apprezza, ma non vuole andare allo scontro. Dalla sua ha gli umori raccolti durante la riunione con i coordinatori regionali, per la maggior parte ‘infastiditi’ dal ‘metodo Toti’ ritenuto violento e poco incline al confronto.

Quasi due ore colloquio “franco e molto chiaro”, trapela, con la stessa Carfagna che ha attaccato duramente Toti sulla battuta del ‘quartier generale’: “Giovanni così fai saltare tutto. Le persone si rispettano soprattutto quello che hanno resistito nei momenti più difficili in Fi”.

Sul tavolo non solo la difficoltà del coordinatore nazionale di farsi guidare, ciò che ‘secca’ a Berlusconi sono le continue polemiche sui giornali e le minacce reiterate di sucire dal partito portandosi dietro un numero imprecisato di parlamentari. Non sarà però il Cav a intrattenersi in un braccio di ferro con il suo ex consigliere politico, lungi dall’uomo di Arcore di dargli soddisfazione maltrattandolo. Sarà lui stesso, Toti, secondo il ragionamento, a farsi fuori da solo o ad accettare che le regole del gioco cambieranno, ma come vuole Berlusconi.

Per questo si attende la riunione di martedì, quando si riunirà il tavolo delle regole e a quel punto tutte le carte dovranno essere scoperte. E sarà difficile bleffare. Per ora anche la kermesse di Toti al Brancaccio si è sgonfiata, con la stessa Carfagna che ha deciso di disertare perché “rischia di essere divisiva”.

L’ordine di scuderia comunque è quello di lasciare a Toti la sua platea, quella degli arancioni, una sorta di conta naturale che, secondo Berlusconi, farà capire davvero al governatore che la maggioranza è contro di lui e non con lui. Il coordinatore quindi non lascia Forza Italia, ed è rimasto deluso chi sperava che il tavolo del rinnovamento saltasse prima della convention al Brancaccio.

I presupposti per continuare, dice Carfagna, ci sono, ma attenzione “i nostri elettori – e piú in generale il popolo dei moderati italiani – si aspettano da Forza Italia passi avanti coraggiosi e responsabili, non una zuffa quotidiana come quella vista negli ultimi giorni. Lavoriamo tutti insieme per realizzare ambizioni alte, non per vincere una piccola guerra dei bottoni interna”.

Anche Toti sembra essere più conciliante

“Le prossime settimane saranno decisive per il futuro di Forza Italia e ci indicheranno il percorso da seguire. Roma non si è costruita in un giorno martedì attendiamo il tavolo delle regole per un confronto che porti a un percorso comune”. (LaPresse)

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