ROMA – Doveva essere la convention della scissione da Forza Italia. Alla fine si è rivelata la conferma, almeno per ora, della lealtà al progetto di rinnovamento del partito. Giovanni Toti apre la manifestazione del Brancaccio di Roma, ‘Italia in Crescita’, che nell’ultimo mese ha avuto una metamorfosi bizzarra: da evento di rottura a momento capace di celebrare il rinnovato spirito del partito azzurro, per poi finire in una conta per misurare quanti in realtà stanno con il governatore della Liguria.
La sala del teatro romano è gremita, ma neanche troppo: ci sono i cartelli targati Benevento, Lecco, Milano, Liguria, Lazio Campania, Bergamo e tanti altri. Non mancano neanche le bandiere di Forza Italia ed esponenti azzurri che, benchè gli sia stato ‘consigliato’ di non aderire, hanno deciso di partecipare, come Paolo Romani, Laura Ravetto, Paolo Vitali e Osvaldo Napoli. E’ a loro che Toti indirizza una battuta sarcastica: “Siete coraggiosi a essere qui, nonostante le minacce di alcuni dirigenti. Questo fermento evidentemente è contagioso e questa effervescenza fa paura. Per carità che non vi venga il virus della primarie con questo caldo”.
La folla lo acclama, ma Toti non rompe, anzi conferma che “non siamo qui per dividere nessuno, ma per riunire il centrodestra. La scissione dell’atomo interessa i fisici del Cern di Ginevra”. E non si dica, ribadisce, che “Toti è contro Berlusconi. Nessuno è contro, siamo tutti grati a Berlusconi. Quello che chiedo, a Berlusconi compreso, è di costruire la terza Repubblica, il futuro che verrà domani. Il nostro mondo non si deve ridurre a essere il partito della testimonianza e soprattutto della nostalgia”.
Il coordinatore nazionale, insomma, vuole portare a casa il risultato, quello di attuare quella rivoluzione di ottobre per cui si dice “pronto”. Sono le primarie, aperte a tutto il centrodestra, l’obiettivo da raggiungere, per tornare “a essere un grande movimento di popolo, mentre ora abbiamo dimenticato di ascoltarlo”.
“Siamo qui perché in questi anni c’è stato un declino del nostro mondo senza nessuno che vi ponesse rimedio e nemmeno lo dicesse – tuona dal palco Toti – Non abbiamo saputo cogliere i cambiamenti nel Paese. Altri lo hanno fatto. Sono stati commessi degli errori. Gran parte della nostra classe dirigente o non se ne era accorta o ha fatto finta di niente”.
Presenze a parte, sono le assenze a contare nella convention ‘arancione’
Non ci sono governatori né coordinatori regionali di Forza Italia ma, soprattutto, non ci sono quelli considerati ‘totiani’ di ferro, come Alberto Cirio (governatore del Piemonte) e Galeazzo Bignami. Non c’è neanche il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, uscito da Forza Italia, che aveva ammiccato al movimento di Toti, ma che pare sia già con un piede dentro Fratelli d’Italia. E non sarà l’unico: rumors danno per certo numerosi ingressi nel partito di Giorgia Meloni, new entry che saranno ufficializzate l’11 luglio a Catania durante l’iniziativa dal titolo ‘È sempre più blu’.
Il dato di fatto, quindi, è che la kermesse di Toti, che prometteva i fuochi d’artificio, alla fine è stata disinnescata. Al Brancaccio il coordinatore nazionale è riuscito a riunire ‘solo’ una fronda di Fi. Per Mara Carfagna l’evento ha dimostrato che il partito è “vitale”, ora servirà convogliare questa energia nella direzione giusta, accantonando i personalismi. E di tutto ciò il Cav non può che compiacersene dalla Sardegna, dove si trova per qualche giorno di riposo. (LaPresse)