NAPOLI – Cala il sipario sul 2025 e, con una mossa che ridisegna la mappa del potere campano, il presidente Roberto Fico svela la sua squadra di governo. Un’operazione chirurgica, condotta nelle segrete stanze di Palazzo Santa Lucia, che si conclude con la nomina di una Giunta di dieci assessori, un mosaico di nomi e deleghe che sembra studiato per blindare il controllo del Presidente sui gangli vitali della Regione. La notizia, arrivata nella serata di San Silvestro, chiude settimane di trattative febbrili e apre uno scenario dove un solo uomo tiene saldamente in pugno le leve più pesanti: la sanità, il bilancio e i fondi europei.
La scelta di Fico è un messaggio inequivocabile. Riservando a sé le materie che valgono miliardi di euro e che toccano la vita di ogni singolo cittadino, il Presidente si pone come dominus assoluto della legislatura. La sanità, voragine di spesa e terreno di scontro perenne, e la gestione dei fondi strutturali, la vera cassaforte da cui dipende il futuro della Campania, non saranno delegate. Saranno il suo regno personale, una cittadella inespugnabile da cui dirigere ogni m’ossa strategica, senza intermediari. Una concentrazione di potere che non si vedeva da tempo e che trasforma gli assessori, di fatto, in ministri di un governo presidenziale.
Il ruolo di numero due, quello di vicepresidente, va a Mario Casillo, a cui viene affidato un assessorato tanto strategico quanto complesso: Trasporti, Mobilità e Mare. Un settore nevralgico che gestisce le arterie della regione, dalle ferrovie alle autostrade, fino ai porti. Casillo sarà il luogotenente di Fico, l’uomo chiamato a governare il flusso di persone e merci, un compito cruciale in una regione perennemente sull’orlo del collasso infrastrutturale.
Nelle altre caselle chiave, si notano nomi di peso. A Vincenzo Cuomo vanno il Governo del territorio e il Patrimonio, un feudo che significa controllo su urbanistica, edilizia e sui beni immobiliari della Regione. Fulvio Bonavitacola si insedia alle Attività produttive e allo Sviluppo economico, la postazione da cui si dialoga con il mondo delle imprese e si tenta di attrarre investimenti. Altro settore delicatissimo, quello delle Politiche sociali e della Scuola, viene affidato ad Andrea Morniroli, mentre Claudia Pecoraro dovrà districarsi tra le emergenze di Ambiente, Politiche abitative e Pari opportunità.
La squadra si completa con Vincenzo Maraio, che guiderà la macchina del Turismo e della Transizione digitale; Angelica Saggese, a cui spetta la difficile partita del Lavoro e della Formazione; e Ninni Cutaia, nuovo responsabile di Cultura, Eventi e Personale. Maria Carmela Serluca prende in carico l’Agricoltura, settore vitale per l’economia locale. Spicca, infine, il portafoglio quasi enciclopedico assegnato a Fiorella Zabatta: Politiche giovanili, Sport, Protezione civile, Biodiversità, Politiche di riforestazione, Pesca e acquacoltura, e persino la Tutela degli animali. Un cumulo di deleghe che la metterà di fronte a una sfida titanica.
Con questo scacchiere, Fico ha composto la sua falange. Dieci nomi per governare, ma un solo centro di comando. La partita per il controllo della Campania è ufficialmente iniziata. Ora si attende di vedere se questa struttura verticistica si rivelerà una macchina da guerra efficiente o una gabbia dorata pronta a implodere sotto il peso delle sue stesse, immense, responsabilità.






















