CASERTA – Niente nomina ad assessore per i consiglieri regionali né tantomeno per i candidati trombati. E la delega strategica alla Sanità, con un gesto di inattesa continuità con l’amministrazione De Luca, resta al presidente. Nel giorno della proclamazione, il nuovo presidente della Regione Roberto Fico enuncia due principi che causeranno certamente qualche attrito con gli alleati. Fico ha parlato ieri in Corte d’Appello a Napoli, a margine della cerimonia di proclamazione (fra qualche giorno dovrebbe toccare ai consiglieri), dichiarando ufficialmente (come era già emerso informalmente nei giorni scorsi) che in giunta non ci saranno consiglieri eletti né candidati bocciati dagli elettori. “Il
consiglio regionale fa le leggi e quindi lì si fortifica la rappresentanza” dei partiti. Questo però, ha assicurato, “non significa che non ci saranno assessori politici che le forze politiche proporranno”.
Tra le forze della coalizione “non c’è un clima teso – ha aggiunto – C’è, anzi, molta, responsabilità nel fare bene le cose”. Sarà, ma ieri in maggioranza si registrava sorpresa per la scelta di non incontrare i segretari dei partiti della coalizione, quasi a voler prendere tempo sulle questioni legate alle nomine. Fico ha poi parlato della legge regionale “che è stata fatta nell’ultimo scampolo della legislatura, dove il primo che non è eletto, in caso che il consigliere diventasse assessore, diventa consigliere. E in caso l’assessore poi esca dalla giunta torna in Consiglio e il sostituto esce di nuovo fuori. Credo che invece – ha sottolineato – dobbiamo avere un consiglio regionale forte che sia di equilibrio sempre. E penso anche che oggi essere consigliere regionale, presidente di una Commissione, di cui ce ne sono otto tutte importanti, sia un valore aggiunto e forte”. Il presidente stoppa quindi le ambizioni di chi ha mancato l’elezione in Consiglio ma sperava di poter entrare “a scorrimento” al posto di un consigliere della sua lista nominato in giunta: i nomi più noti sono quelli di Armando Cesaro e di Tommaso Pellegrino di Casa riformista: sarebbe stato Matteo Renzi in persona a chiedere lo scorrimento (gli eletti che sarebbero potuti entrare in giunta sono Vincenzo Alaia, Ciro Buonajuto e Pietro Smarrazzo).
Da parte sua, Alleanza verdi e sinistra (che ha fatto eleggere Rosario Andreozzi e Carlo Ceparano) avrebbe proposto la dirigente di partito Fiorella Zabatta per la delega all’Ambiente, fornendo così un nome femminile (sempre necessario per le quote rosa). Il problema è che la delega viene ritenuta dagli alleati troppo “pesante” (il settore Ambiente dispone di una “cassa” importante) per affidarla a una lista che ha due soli eletti, a scapito di altre più rappresentate. Secondo voci di corridoio, Marco Sarracino, che ieri era presente alla cerimonia di proclamazione, potrebbe svolgere il ruolo di vicepresidente (ma perderebbe la poltrona di deputato). Sarebbe un nome politico, ma vicino sia alla segretaria nazionale Elly Schlein che al presidente Fico. Ma non a De Luca, che puntava a quella casella e che potrebbe perdere anche Fulvio Bonavitacola. In giunta entrerebbero Mario Casillo, con delega ai trasporti, e Vincenzo Cuomo che lascerebbe il posto di sindaco di Portici per andare all’agricoltura. Dai Cinque Stelle entrerebbero invece come assessore al lavoro o al welfare una tra le deputate Gilda Sportiello e Carmela Auriemma, le due figure più legate a Fico.
Il presidente ha poi confermato che terrà per sé la delega alla sanità e questa scelta potrebbe ripercuotersi in negativo sugli assessorati ai 5 Stelle. Se il presidente non affiderà la delega (forse la più importante in giunta), il movimento potrebbe essere costretto a rinunciare a uno degli assessori per controbilanciare. Rispondendo a una domanda sul dialogo con le forze politiche compongono la sua maggioranza in vista della formazione della giunta, Fico ha spiegato: “Ho dato criteri che io penso siano assolutamente giusti e che danno anche una dimensione di quello che noi dobbiamo fare, e rimarranno. La coalizione sta iniziando già a lavorare bene sugli obiettivi politici che saranno poi determinati anche dagli assessori e dalle assessore scelte”. “Non ci diamo un termine, dobbiamo lavorare sulla qualità, sul protagonismo delle forze politiche e secondo me troveremo l’equilibrio migliore” ha poi detto.





















