MILANO – Nei primi 6 mesi del 2018, le entrate tributarie erariali accertate in base al criterio della competenza giuridica, ammontano a 198,515 miliardi. E’ stato registrato un calo di 6,406 miliardi rispetto allo stesso periodo 2017 (-3,1%).
La causa
Il dato è stato influenzato dallo slittamento, a luglio, del versamento delle imposte in autoliquidazione e dallo spostamento (da maggio a novembre) del versamento dell’acconto dell’imposta sulle assicurazioni. Al netto dei suddetti fattori, le entrate tributarie erariali mostrano un incremento del 2,6%.
Bene le entrate da accertamenti e l’Iva
Le entrate tributarie derivanti dalle attività di accertamento e controllo si sono attestate nei primi 6 mesi dell’anno a 4.586 milioni (+224 milioni di euro, pari a +5,1%). Bene l’Iva con un gettito a +1.151 milioni (+2%). La componente sugli scambi interni è aumentata di 952 milioni di euro. Positiva la dinamica del prelievo sulle importazioni (+199 milioni di euro, +3,0%).
Il Mef
A comunicare la flessione dell’entrate tributarie erariali è stato il Ministero dell’Economia e Finanza. Il Mef svolge le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di politica economica-finanziaria, di bilancio e di politica tributaria. Al dicastero di via Venti Settembre, inoltre, toccano le attività dirette al coordinamento e alla verifica della spesa pubblica.
Al Mef spetta pure la programmazione degli investimenti pubblici, di controllo e vigilanza sulle gestioni finanziarie pubbliche, di gestione del debito pubblico e delle partecipazioni azionarie dello Stato.