MILANO – “La riforma fiscale deve partire dalla centralità del ruolo della famiglia, anche per contrastare il rischio di povertà economica e di esclusione sociale che colpisce il 34 % dei bambini ed adolescenti italiani, oltre tre milioni e mezzo di minori, un problema enorme di cui nessuno parla”. E’ quanto sottolinea in una lettera aperta al quotidiano cattolico Avvenire, la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. “Da tempo la Cisl ha proposto un nuovo assegno familiare che unifica detrazioni per figli e assegno al nucleo familiare, potenziandoli in un unico sostegno economico basato sul reddito familiare, che cresca al crescere della dimensione della famiglia. Inoltre alla presenza di componenti con invalidità, o non autosufficienti e si riduca all’aumentare del reddito”, aggiunge la leader Cisl.
La richiesta
“Il Governo dovrebbe aprire un confronto serio con gli attori sociali. Ciò per concordare insieme un vera politica strategica in favore della famiglia e della maternità. A partire dalla leva fiscale, dal rilancio dell’occupazione femminile, dagli incentivi alla conciliazione vita-lavoro. Incentivi su cui come sindacato ci stiamo spendendo molto e soprattutto dalla riorganizzazione di servizi di welfare concreti ed adeguati alle esigenze familiari”. “L’obiettivo dovrebbe essere quello di sostenere le famiglie per tornare a crescere. Il lavoro è lo strumento principale per aiutare concretamente la formazione dei nuclei familiari. Basta vedere i dati relativi alla disoccupazione femminile secondo cui le donne, soprattutto nelle regioni meridionali, sono escluse da ogni possibilità di riscatto e partecipazione alla vita economica del paese. E sappiamo bene che tante donne sono costrette ad abbandonare la propria carriera nel momento in cui scelgono di essere anche delle mamme” conclude Furlan.
LaPresse
Fisco, Furlan (Cisl): “Il nuovo assegno familiare va basato sul reddito”
"La riforma fiscale deve partire dalla centralità del ruolo della famiglia, anche per contrastare il rischio di povertà economica e di esclusione sociale che colpisce il 34 % dei bambini ed adolescenti italiani, oltre tre milioni e mezzo di minori, un problema enorme di cui nessuno parla".