ROMA – “Stiamo chiedendo al presidente Mario Draghi di andare avanti però senza mettere nuove tasse. È l’ultima delle cose utili da fare adesso. Noi siamo entrati al governo per tagliare le tasse, non per aumentarle”. Da Genova, dove si trova per tirare la volata al sindaco uscente Marco Bucci, il segretario della Lega Matteo Salvini tiene alto il pressing sul tema fisco che sarà al centro del faccia a faccia che si terrà mercoledì con il presidente del Consiglio.
A Palazzo Chigi è infatti in agenda un confronto tra il premier e le delegazioni di Lega e Forza Italia (oltre a Salvini e al coordinatore nazionale di FI, Antonio Tajani, ci saranno anche i capigruppo dei due partiti di Camera e Senato) che chiederanno “che non si creino le condizioni per l’aumento delle tasse”.
L’appuntamento ovviamente è stato calendarizzato per cercare di sciogliere definitivamente il nodo della delega fiscale. Alla Camera d’altronde, dopo lo scontro sul catasto andato in scena nelle scorse settimane e la recente bagarre sulle votazioni degli emendamenti, le sedute della commissione Finanze sono state sconvocate dal presidente Luigi Marattin proprio per permettere un passaggio politico a questo punto indispensabile per tentare di andare avanti con i lavori e provare a cancellare dall’orizzonte l’ipotesi della fiducia sul provvedimento che secondo la leader di Fdi, Giorgia Meloni, “sarebbe indegna”.
Tra i partiti di maggioranza intanto continua a restare alta la tensione, alimentata non solo dalle parole di Salvini, che è tornato a ribadire come “in un momento come questo l’importante è che non aumentino le tasse sui risparmi, la casa e gli affitti”, ma soprattutto dalle dichiarazioni del sottosegretario leghista al Mef, Federico Freni, secondo il quale “per evitare la stangata, il testo va cambiato”.
Tra le preoccupazioni che la Lega intende manifestare a Draghi c’è infatti quella legata al fatto che “la legge delega prevede di razionalizzare il sistema delle aliquote inserendone una, unica, per tutti i redditi da capitale (e, in via temporanea, due). Significa che, a meno di non portare il prelievo al 10% per tutti, resterà inalterata la tassazione solo sulle rendite finanziarie (oggi al 26%), mentre saliranno quelle sulle locazioni convenzionate (oggi tassate al 10%), sui titoli di stato (oggi tassati al 12,5%) o le cedolari sugli affitti (oggi tassate al 21%)”.
E per Freni, considerando che la delega fiscale non ha copertura economica, “è immaginabile che l’aliquota che verrebbe adottata sarebbe più vicina al 26% che al 10%, con un sicuro incremento di tassazione per chi affitta una casa o un negozio o ha dei titoli di Stato”. A soffermarsi sul tema, tuttavia, c’è anche la collega del Mef Maria Cecilia Guerra, che ricorda come la legge delega “non prevede affatto né l’aliquota del 15% né quella del 26%”, e non comporterà “un aumento del prelievo fiscale”. La delega, afferma, “sposa la costruzione di un modello di tipo duale, che significa un modello in cui tutti i redditi che derivano non dal lavoro e non dalle pensioni dovrebbero essere tassati in modo omogeneo”.
La sottosegretaria quindi se la prende con “l’uso strumentale che si sta facendo” della questione: “Credo si stia cercando di sfruttare questa o quella disposizione della legge delega per motivi elettorali. In questo modo non andiamo da nessuna parte”. Le parole del sottosegretario leghista finiscono anche nel mirino del Pd che, attraverso il capogruppo dem in commissione Finanze, Gian Mario Fragomeli, parla di “pesce d’aprile in ritardo”. “L’uso di un’accesa tattica propagandistica per spaventare i cittadini su inesistenti aumenti di tasse, non è davvero più tollerabile – è la posizione dem -, soprattutto se proveniente da chi ha incarichi di governo”.
Un attacco diretto che innesca la replica leghista. “Dal partito delle tasse nessuna lezione”, sottolinea il deputato Massimo Bitonci, capogruppo in Commissione Bilancio: “Invece di prendersela con chi sin da subito ha evidenziato le problematiche legate al sistema duale che cancellerebbe la politica fiscale della Lega sul regime forfettario e cedolari, portando ad un aumento della tassazione dei bot, risparmi dei cittadini ed affitti, il Pd faccia un esame di coscienza. Non vogliamo nuove patrimoniali in tempo di guerra e di pandemia”.