Fisco, Ocse: “Rapporto tasse/Pil 2020 in Italia al 42,9%, media è 33,5%”

Pressione fiscale ben sopra la media in Italia, anzi, nel 2020 è addirittura aumentata dello 0,5%: in rapporto al Pil ha raggiunto il 42,9%, dallo 42,4% del 2019, mentre la media Ocse è al 33,5%, con una variazione dello 0,1% in più rispetto all'anno precedente.

ROMA – Pressione fiscale ben sopra la media in Italia, anzi, nel 2020 è addirittura aumentata dello 0,5%: in rapporto al Pil ha raggiunto il 42,9%, dallo 42,4% del 2019, mentre la media Ocse è al 33,5%, con una variazione dello 0,1% in più rispetto all’anno precedente. A rilevarlo è l’organizzazione internazionale nel suo rapporto ‘Revenue Statistics 2021’ che analizza 36 dei 38 Paesi aderenti. L’aumento maggiore è stato registrato in Spagna, dove il rapporto tasse/Pil è aumentato del 1,9%, una conseguenza al calo maggiore del Pil nominale e un calo minore delle entrate fiscali nominali.

L’Italia è al quarto posto per l’incidenza della tassazione rispetto al prodotto interno lordo: a guidare la classifica è la Danimarca, con il 46,5% (dal 46,6% del 2019), seguita dalla Francia con il 45,4% (dal 44,9%) e dal Belgio (43,1% dal 42,7%). Nel 2019, eravamo al sesto posto. Nel 2020 il rapporto tasse/Pil variava dal 17,9% in Messico al 46,5% in Danimarca, con aumenti osservati in 20 paesi e diminuzioni negli altri 16.

Gli analisti hanno approfondito anche l’impatto della pandemia di Covid-19 sulle entrate fiscali che è stato, rivela l’Ocse, meno pronunciato rispetto alle crisi precedenti, in parte grazie alle misure di sostegno del governo introdotte a sostegno delle famiglie e delle imprese che hanno contribuito alla relativa stabilità delle entrate fiscali proteggendo l’occupazione e riducendo i fallimenti aziendali in misura notevolmente maggiore rispetto a la crisi finanziaria globale nel 2008-2009. Si rileva inoltre che molte delle misure di politica fiscale attuate per sostenere le famiglie e le imprese hanno spesso avuto un costo diretto tramite riduzioni delle passività fiscali, maggiori crediti e sgravi fiscali e riduzioni delle aliquote fiscali. La forte riduzione dell’attività economica nel 2020 ha ridotto la partecipazione alla forza lavoro, i consumi delle famiglie e i profitti delle imprese, incidendo ulteriormente sulle entrate fiscali, sebbene lo shock sia stato più breve e più specifico del settore rispetto alla crisi finanziaria globale, contribuendo al suo impatto più contenuto sulle entrate fiscali.

Di Antonella Scutiero

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